Si celebra oggi la giornata nazionale della scrittura a mano, quell'arte dalle grandi potenzialità di cui alcuni avevano, forse troppo presto, annunciato la definitiva scomparsa a favore della tecnologia e del mondo virtuale.

Eppure, se in Oriente e soprattutto in Giappone la calligrafia è ancora oggi considerata una disciplina sacra, nell'Europa delle iper tecnologie l'uso di penne e di particolari strumenti di scrittura sembra vivere un momento di grande riscoperta, attirando un numero sempre più vasto di appassionati e di estimatori.

Corsi di bella grafia, esposizioni e mostre continuano a fiorire tra Inghilterra e Francia, dove da qualche decennio l'antica arte amanuense rifiorisce grazie alle attività di singoli o associazioni.

A giocare un ruolo di rilievo nel rilancio della manualità grafica e dell'arte delle lettere è la Society of Scribes and Illuminators, associazione di calligrafi e decoratori di Londra, nata dall'idea del designer Edward Johnston, medico mancato in omaggio a quella passione per la calligrafia che avrebbe trasformato in una vera e propria professione.

In Italia, in quella che fu la culla della scrittura rinascimentale, opera da diversi anni l'Associazione Calligrafica Italiana, nata con l'intento di promuovere lo studio delle tecniche artistiche e tradizionali legate alla scrittura. Punto di riferimento per decine di appassionati e di cultori dello scriver bene, l'associazione ha all'attivo numerosi eventi che hanno contribuito a stimolare e suscitare curiosità. L'idea di fondo che anima scuole e associazioni è la riappropriazione di una gestualità e di una personalizzazione del proprio scrivere.

C'è poi il risvolto in chiave terapeutica: la calligrafia sta trovando nuove applicazioni spirituali per entrare in più stretto contatto con il proprio animo.

Lo scrivere, seguendo magari l'antica pratica divina dello Zen, è un modo per contrastare il compulsivo tastare sul telefonino.
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