Continua la guerra tra streaming e cinema.

Dopo il veto al festival di Cannes, dove è stata proibita la proiezione a titoli disponibili contemporaneamente in sala e su pc e tv, in Italia il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli punta a risolvere la questione a colpi di decreti.

"Mi accingo oggi a firmare - ha annunciato con un videomessaggio alla presentazione di una ricerca - il decreto per regolare le finestre in base a cui i film dovranno essere prima distribuiti nelle sale e dopo di questo su tutte le piattaforme".

"Penso sia importante - ha aggiunto - assicurare che chi gestisce una sala sia tranquillo nel poter programmare film senza che questi siano disponibili in contemporanea su altre piattaforme, per poter sfruttare appieno l'investimento che serve per migliorare le sale e renderle sempre e più in grado di dare un'esperienza unica", ha detto il ministro.

È bastato il semplice annuncio di una firma a dare la stura a mille polemiche e preoccupazioni, con tanto di soprannome: "Decreto anti-Netflix". Anche se non si fa esplicito riferimento alla piattaforma, l'obiettivo evidente è tutelare le sale cinematografiche mettendo paletti alle altre forme di fruizione dei film. Netflix in testa, con l'emblematico caso del film su Stefano Cucchi, "Sulla mia pelle".

Esulta l'Agis, l'Associazione generale italiana dello spettacolo: "Evitare la concorrenza sleale e rilanciare il cinema come elemento di promozione della cultura è una richiesta che facciamo da tempo e finalmente si è trovata una soluzione che salutiamo con grande piacere", commenta il presidente Carlo Fontana.

(Unioneonline/D)
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