Guide di viaggio ce ne sono oramai di tutti i tipi e basta farsi un giro su Internet per trovare un mare magnum di informazioni, itinerari e suggerimenti.

Eppure qualche idea nuova, qualche spunto originale per un viaggio diverso dal solito è ancora possibile trovarlo, soprattutto se si è disposti ad accettare qualche suggerimento un po' fuori dai canoni.

È il caso di "Sicilia Express" (Exorma, 2018, pp. 192), libro di viaggio e insieme guida in cui possiamo scoprire un'inedita Sicilia scoperta e attraversata in treno, soprattutto sfruttando quelle linee secondarie che sembrano sempre di più un retaggio romantico del passato nell'era dell'alta velocità.

Autori prima di tutto del viaggio e poi del volume due "terranauti" per passione e un po' per professione: Paolo Merlini, esperto di vie traverse e specialista di trasporto pubblico locale, e Maurizio Silvestri, viaggiatore e attento osservatore della cultura enogastronomica dei luoghi attraversati.

Il loro è un tour affascinante solo a sentire il nome dei luoghi toccati, dalla Sicilia orientale alla costa occidentale fino ad Agrigento dopo aver preso il treno del Barocco che da Siracusa va a Noto per poi ripartire, via Modica, Ragusa verso Gela e oltre. E poi Palermo, Trapani, Enna e Caltanissetta ... E mentre con Paolo Merlini scopriamo le stazioni, i depositi ferroviari, i musei a tema e i convogli storici, con Maurizio incontriamo soprattutto le persone e le loro storie. Insomma, la Sicilia ferroviaria è un'esperienza tutta da provare come ci conferma Paolo Merlini: "Girare per la Sicilia in treno significa fare un 'viaggio altro' rispetto a quello che possono fare gli automuniti o chi viaggia con le autolinee. Il treno, secondo noi, nonostante la sua scarsa capillarità, i suoi orari spesso impossibili e i suoi disguidi, è il mezzo prediletto per inoltrarsi nel profondissimo retroscena storico e letterario per il quale questa terra è famosa. Insomma, i treni siciliani, sarà forse per gli itinerari tortuosi o per l'andatura lenta e incerta, molto più della corriera, permettono al viaggiatore di spostarsi oltre che nello spazio, anche nel tempo".

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

La Sicilia non è certo famosa per le sue linee ferroviarie. Cosa vi ha colpito di più dovendo fare affidamento sulle rotaie sicule?

"Il microcosmo ferroviario siciliano contiene al suo interno un po' di tutto: linee turistiche per appassionati, elettrotreni moderni che collegano comodamente Palermo con Catania o con Agrigento con un tempo di percorrenza che spesso fa concorrenza al trasporto su gomma, vecchie stazioni ferroviarie adibite a musei ma anche linee dimenticate da Dio e dagli uomini in attesa di una nuova vita. La cosa che ci ha colpito di più è senz’altro l'elevato numero di appassionati custodi delle storie ferroviarie dell'isola. Le associazioni degli amanti dei treni non si contano e questo per il turista ferroviario è segno di grande vitalità".

Chi si incontra sui treni e nelle stazioni siciliane e chi invece non si incontra per nulla?

"Si incontrano tanti studenti e tanti insegnanti, soprattutto sulla linea Messina-Catania-Siracusa o sulla Agrigento-Palermo. E poi si incontrano diversi turisti stranieri, curiosi e dallo spirito avventuroso soprattutto sulle magiche littorine della Circumetnea che è una vera e propria giostra, un mezzo imbattibile per visitare l'Etna. Abbiamo incontrato anche famigliole intere di olandesi incantate dallo spettacolo potente della natura che si può ammirare comodamente seduti. A parte i pendolari diciamo che non si incontrano i siciliani, che di solito non usano il treno per ragioni di svago".

Nel vostro viaggio cosa avete trovato che non vi sareste mai aspettati?

"La Sicilia è quel posto dove anche i piccoli centri, come dire, fuorimano, brillano di luce propria e sono pieni zeppi di storie e di personaggi pronti ad accoglierti. In Sicilia l'ospitalità è ancora una cosa sacra, l'accoglienza va al di là del piacere di salutare o indirizzare un forestiero, c'è il desiderio palpabile di coinvolgerlo, di fargli vivere quel luogo come il posto più bello del mondo, in modo che possa tornare a casa con un ricordo indimenticabile. È successo a più riprese, per esempio a Racalmuto, Caltanissetta, Montallegro, Modica".

Quale è stata, se c'è stata, una grande delusione?

"La delusione è quella di sapere che tanti posti meravigliosi che abbiamo visitato, come per esempio il Museo di Archeologia Industriale Ferroviaria di Roccapalumba (Palermo), oppure il Museo della Ferrovia Circumetnea a Bronte solo per citarne un paio, sono appannaggio quasi esclusivo dei viaggiatori attenti che passano sull'isola più tempo del dovuto. Pochi sono i perditempo come noi, al pari dei turisti, scoraggiati dalla cattiva nomea di questo mezzo di trasporto che di certo ha spesso il demerito, soprattutto sulle linee secondarie, di non raggiungere il centro città ma di fermarsi sul fondovalle. Mi riferisco per esempio alla stazione di Noto, alla stazione di Enna, posti bellissimi che se viaggi in treno ti devi un po’ guadagnare, cosa che però aumenta il piacere della scoperta.

Infine è stato scoraggiante constatare che, al di là dei proclami e delle buone intenzioni, sui vecchi meravigliosi tracciati di alcune linee ferroviarie (Noto-Pachino per esempio o Agrigento-Castelvetrano) non è stato avviato alcun progetto di recupero per un utilizzo alternativo. Queste linee attraversano luoghi tra i più belli della regione dal punto di vista paesaggistico e naturalistico e poterli percorrere in bici per esempio sarebbe una meraviglia che vale il viaggio".

Roberto Roveda
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