Uno spettacolo per ricordare l'alluvione del 22 ottobre del 2008. A dieci anni dai tragici fatti che sconvolsero la popolazione di Capoterra, e modificarono l'assetto idrogeologico del territorio, l'associazione culturale Anfiteatro Sud ha deciso di portare in scena, nel Piccolo teatro dei ciliegi di Poggio dei Pini, "Un metro e ottanta: storie di uomini e di fango", con l'attore Francesco Civile, e il trombettista Leonardo Sarigu.

La prima dello spettacolo si terrà venerdì 19 alle 21: sabato, spettacoli alle 18,30 e alle 21.

LA TRAMA - Siamo a Capoterra, dopo una notte insonne a causa di un forte temporale, il venticinquenne Francesco saluta la famiglia per poi andare a lavorare in città. Costantemente accompagnato da una pioggia ininterrotta e invadente, a metà mattina sente per caso un radiogiornale locale e capisce che è successo qualcosa proprio a casa sua.

È il 22 ottobre del 2008 e una violenta alluvione colpisce tutto il territorio capoterrese sconvolgendo la vita di migliaia di persone. Francesco riesce a mala pena a comunicare con la sua famiglia e solo il giorno dopo può tornare a casa.

Il fango è passato con la sua furia, lasciando un segno preciso lungo tutti i perimetri delle case, una linea perfetta ad un metro e ottanta centimetri di altezza. Ciascuno a suo modo deve ricominciare da zero, compreso lui. Ma proprio in quei giorni di sconvolgimento, il sogno che insegue da tutta la vita si realizzerà.

Susanna Mameli, direttrice artistica di Anfiteatro Sud, spiega l'esigenza di portare in scena un'opera in grado di mantenere viva la memoria di quel drammatico giorno di dieci anni fa.

"Francesco Civile ha vissuto sulla sua pelle il dramma di quell'alluvione - racconta - , quando mi ha proposto di rappresentare quei momenti ho accettato con piacere. Per chi vive da queste parti l'evento calamitoso che cambiò per sempre la vita di migliaia di persone non può essere dimenticato: è curioso che la notte tra il 9 e il 10 ottobre, mentre ci trovavamo in teatro per provare, questo territorio abbia dovuto fare i conti con un'altra alluvione".

Attraverso elementi scenici essenziali e alternando momenti di leggerezza e riflessività, lo spettacolo vuole ripercorrere un evento che di norma risulta essere fuori dall'ordinario, ma che ultimamente sta diventando sempre più frequente anche in paesi nei quali il clima mite non ha abituato l'uomo a trovarsi di fronte alla potenza imperante e sconvolgente della natura.

Ivan Murgana
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