Sembra incredibile, se facciamo riferimento ai media, ma esistono anche le buone notizie. Anzi esistono le notizie proprio belle, quelle che illuminano la giornata e ti fanno stare meglio, anche se fuori piove, hai dimenticato l'ombrello a casa e l'autobus è in un ritardo stratosferico.

Sono news e storie che parlano di solidarietà, progresso, successi in situazioni che parevano senza via di uscita. Ne sa qualcosa, solo per fare un nome, Phileas Fogg, l'eccentrico milionario inglese che in gioventù ha fatto il giro del mondo in 80 giorni! Ora è un anziano gentiluomo chiuso nel suo pessimismo e costantemente "stuzzicato" da Ellie, una bambina convinta di potergli dimostrare che il mondo non è affatto un brutto posto.

Le basteranno le ottanta belle notizie che sono al centro del volume per ragazzi "Il giro del mondo in 80 belle notizie" (Einaudi Ragazzi, 2018, pp. 192), scritto a quattro mani da Salvatore Frasca e Davide Morosinotto. Proprio a Davide Morosinotto – dal 7 al 10 ottobre tra gli animatori del 13esimo Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi che si tiene a Cagliari e in altre località sarde – chiediamo come è nata l'idea di un libro che punta decisamente a mostrare il lato positivo della vita:

"A dire il vero non lo so, perché l'idea non è venuta a me. Mi spiego: da più di dieci anni ormai collaboro con una splendida squadra di scrittrici e scrittori, sparsi in tutta Europa. Sono amici che sento ogni giorno per scambiare storie, idee e progetti. Un giorno il mio amico Pierdomenico Baccalario è saltato fuori con questa proposta di raccogliere le belle notizie, quelle che non compaiono sui giornali o restano relegate in ultima pagina. Ci siamo tutti entusiasmati, e per mesi abbiamo cominciato a rimpallarci articoli e ritagli. Ogni volta che trovavamo una buona notizia, ecco che finiva nell'archivio comune. Ma era solo per divertirci, non c’era ancora davvero il pensiero di farci un libro (né sapevamo, nel caso, chi di noi l’avrebbe scritto). Poi, un po' per caso, abbiamo scoperto che Einaudi Ragazzi aveva avuto un’idea simile alla nostra... il resto è venuto da solo".

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Perché il collegamento con Fogg e il giro del mondo in ottanta giorni?

"Questa è stata una mia idea! Quando abbiamo cominciato a dar forma al libro, ci siamo resi conto che le belle notizie che avevamo raccolto erano davvero tante... Quante metterne nel libro? Cento? No, troppo banale. Novantanove sembravano uno sconto del supermercato... meglio ottanta. E subito mi sono visto davanti agli occhi Phileas Fogg, il gentiluomo che aveva accompagnato la mia infanzia, dato che "Il giro del mondo in 80 giorni" è stato il mio libro preferito di quando ero ragazzo. Ho immaginato che col passare degli anni fosse diventato brontolone e imbolsito, un inguaribile pessimista. Per fortuna nel libro una furba nipotina cercherà di fargli cambiare idea. Con un giro del mondo in 80 belle notizie".

Raccogliendo buone notizie, cosa l'ha sorpresa maggiormente?

"Che le cattive notizie sono veloci, le buone invece sono lente e graduali. È un po' così per tutto, forse, nella vita: ci vuole tantissimo tempo a costruire un vaso, quando per romperlo basta un colpo di martello. Le disgrazie sono spesso immediate, esplosive e di grande impatto. Le buone notizie invece si svolgono in un lungo periodo... perché ci vuole tempo per far approvare buone leggi, per creare cose nuove, o risolvere problemi difficili. Il risultato di questa doppia velocità è che le cattive notizie sono drammatiche ma facili da raccontare, mentre le buone richiedono un po' di fatica in più... Dietro questo libro ad esempio di fatica ce n’è davvero tanta. Speriamo che si veda, in qualche modo".

Cosa ci raccontano del mondo le buone notizie?

"Ci raccontano che il mondo è grande, è complesso, e per capirlo serve molta attenzione e studio. Altrimenti il rischio è di vedere solo la parte 'malata' e non accorgersi, invece, di tutte le cose meravigliose che ci stanno intorno. E non parlo di cose piccole o apparentemente banali come un tramonto. Parlo di cambiamenti epocali che si stanno verificando sotto i nostri occhi e che però, essendo lenti, rischiano di passare inosservati. Ad esempio nel 1950 nel mondo, inclusi i paesi più poveri, l'aspettativa media di vita delle persone era di circa 50 anni. Oggi è di 66 anni. Certo, c'è ancora molto lavoro da fare... ma abbiamo guadagnato tutti 16 anni di vita!".

Quale tra le tante belle notizie che ha letto l’ha colpita maggiormente?

"Una notizia 'piccola', che però mi ha emozionato... forse perché parla di libri. L'anno scorso una bibliotecaria della Nuova Zelanda si stupì perché i suoi libri 'sparivano'. Nel senso che non li trovava più sugli scaffali, ma nascosti in qualche cassetto, o nell'armadio dei medicinali, o dietro un termosifone. Dopo un po' scoprì che la colpa di tutto era di un gruppetto di homeless. Persone senza casa che, quindi, non potevano prendere in prestito i libri, perciò si rifugiavano a leggerli in biblioteca durante il giorno... E la sera li nascondevano per non perdere il segno il giorno dopo. Appena svelato il mistero, la bibliotecaria avrebbe potuto reagire in molti modi. Lei decise di darsi da fare: per rendere la sua biblioteca più accogliente e organizzare cineforum e altre attività in grado di semplificare la vita a chi è senza casa.

Ecco. Si tratta di una storia semplice, che potrebbe avere per protagonisti molti di noi, una di quelle storie che di solito non finisce sui giornali. Però ci fa capire che si può fare la cosa giusta. E a volte la cosa giusta è semplice buon senso e gentilezza".
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