Quando Michele Camerota, storico dell'Università di Cagliari, si è trovato per le mani la lettera autografa di Galileo Galilei non poteva credere ai propri occhi.

Un manoscritto di portata storica straordinaria, di cui nessuno conosceva l'esistenza. Nemmeno la Royal Society, dove il documento è stato conservato per 250 anni e che lo ha "confuso" per una delle tante copie che circolano, riconducibili al fisico pisano.

Che in quella lettera ha messo - e senza curarsi di filtri o censure - tutte le sue idee all'epoca rivoluzionarie, che lo hanno reso uno degli scienziati più "pop" del mondo: non solo le teorie copernicane, secondo cui è la Terra a girare intorno al Sole, ma anche la separazione tra religione e scienza.

Ad accorgersi del valore di quelle sette pagine di carta, datate 1613, un giovane ricercatore dell'Università di Bergamo, Salvatore Ricciardo, che ha poi analizzato il testo assieme a Camerota e al suo collega Franco Giudice.

Il manoscritto (Ansa/The Royal Society)
Il manoscritto (Ansa/The Royal Society)
Il manoscritto (Ansa/The Royal Society)

"Abbiamo lavorato assieme per riscontrare la grafia con sicuri autografi galileiani - spiega Camerota a Unionesarda.it - e abbiamo capito che quelle parole Galilei le aveva scritte di suo pugno".

Ma perché questo documento è così importante? "Perché ha risolto un mistero: di quella lettera non si conosceva una stesura autografa mentre di copie eravamo sommersi". E ce n'era una, diversa da tutte le altre, che in sostanza segnò la condanna di Galilei per eresia.

"Era una lettera che il matematico inviò a Benedetto Castelli, e in cui venivano espresse - in modo netto - idee che mettevano in discussione le credenze del tempo. Mentre in molti eccepivano sull'essere copernicano e allo stesso tempo cattolico, Galilei sosteneva apertamente l'autonomia tra scienza e Scritture. Fu un monaco fiorentino, Niccolò Lorini, a inviarla il 7 febbraio 1615 all'Inquisizione, chiedendo che fosse valutata l'ortodossia delle posizioni. Galilei venne a conoscenza dell'apertura di un'istruttoria nei suoi confronti e, sapendo cosa rischiava, scrisse diverse copie in cui mitigava le espressioni più controverse".

Galileo Galilei disegnato da Ottavio Leoni (Ansa)
Galileo Galilei disegnato da Ottavio Leoni (Ansa)
Galileo Galilei disegnato da Ottavio Leoni (Ansa)

Non avendo mai trovato scritti autografi di Galilei, "per molto tempo si è pensato che per screditare la figura di Galileo, Lorini avesse cambiato alcune frasi, che non si trovano nelle altre copie".

Il documento oggi cambia tutto: Lorini non fornì una versione contraffatta. Galileo aveva scritto quelle parole, senza mezzi termini, dimostrando di essere "un alfiere dalla modernità".

I risultati della ricerca saranno pubblicati sulla rivista "Notes and Records" della Royal Society con il titolo "The Reappearance of the Galileo's Letter to Castelli" (M. Camerota - F. Giudice - S. Ricciardo). "È solo un inizio - precisa Camerota - perché ci sono ancora tanti aspetti da chiarire e che metteremo al vaglio. Ad esempio: quella lettera, come è finita a Londra?".

Angelica D'Errico

(Unioneonline)
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