Manoscritti, lettere, note di lavoro, fotografie e un taccuino del 1943 con le bozze del libro "1984" sono solo alcuni dei tesori appartenuti allo scrittore George Orwell e ora ammessi dall'Unesco nel registro della Memoria del Mondo, l'equivalente archivistico-documentale dell'elenco di luoghi e monumenti Patrimonio dell'Umanità.

Una sorta di archivio della memoria interamente dedicato al linguaggio dell'uomo e ai documenti che lo fissano nella memoria, si tratti di testi, rappresentazioni grafiche, spartiti musicali, audio o filmati.

L'archivio personale dello scrittore inglese era stato candidato dall'University College di Londra al registro della Memoria e ora va ad aggiungersi a documenti come la "Magna Carta", la "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo", il "Diario" di Anna Frank e i primi film dei fratelli Lumiere.

Ritratti di George Orwell realizzato da Tommaso Pincio. (Foto Ansa)
Ritratti di George Orwell realizzato da Tommaso Pincio. (Foto Ansa)
Ritratti di George Orwell realizzato da Tommaso Pincio. (Foto Ansa)

Nelle motivazioni dell'ammissione di Orwell al patrimonio dell'Unesco si legge che l'autore "ha avuto un'influenza profonda sul pensiero umano in tutto il mondo; influenza che rimane ancora oggi potente. (...) Raro trovare analisi su fatti d'attualità anche nel 21° secolo che non menzionino Orwell e le sue teorie. I suoi documenti personali sono unici e insostituibili e in caso di loro perdita l'umanità sarebbe indubbiamente più povera".

(Unioneonline/b.m.)
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