Essere genitori, formare una famiglia è una sfida, oggi più che mai. Una sfida avvincente, sfiancante ma allo stesso tempo eccitante. Una sorta di continua corsa sulle montagne russe, tra alti e bassi, improvvise accelerazioni e brusche decelerazioni. L’importante è saper affrontare le cose con il giusto entusiasmo e con un po’ di sana ironia, anzi autoironia, come accade nelle pagine di Ci vediamo a casa (Sperling & Kupfer, 2018, Euro 16,50, pp. 216. Anche EBook).

Autori del volume (che verrà presentato a Cagliari alla libreria Feltrinelli di Via Pasquale Paoli il 20 settembre) sono due veri "esperti" in materia di famiglia. Gigi De Palo e Anna Chiara Gambini sono, infatti, marito e moglie nonché genitori di ben 5 pargoli! A quattro mani e due voci hanno trovato la forza - e il tempo - per scrivere quello che è allo stesso tempo un frizzante romanzo famigliare e un toccante diario intimo sulla meraviglia e la sfida di essere genitori oggi. Un libro sincero, senza filtri e senza la pretesa di fornire ricette come ci conferma Gigi De Palo, dal 2015 presidente Nazionale del Forum delle Associazioni Familiari: "Il libro è nato in maniera spontanea. io e mia moglie su Facebook postavamo dei video dove parlavamo di educazione e di famiglia. Alla casa editrice è piaciuto il nostro modo aperto e comunitario nell’affrontare questi temi assieme ai nostri figli. Da lì è nato tutto".

Nel libro e anche nei video parlate molto di educazione. Cosa si deve intendere con questa parola?

"Veniamo da anni in cui per educazione si è intesa la capacità di dire di no. Credo però che sia giunto il momento di vivere l’educazione andando all’attacco, raccontando ai nostri figli la vita, le questioni che l’accompagnano. Dobbiamo come genitori giocare d’anticipo così, mettere i nostri figli nelle condizioni di rispondere alle sollecitazioni che arrivano dal mondo. Continuando nella metafora calcistica dobbiamo passare da un gioco difensivo, di rimessa a uno in cui costruiamo l’azione. Dobbiamo non solo preparare i nostri figli alle difficoltà, ma mostrare la bellezza, raccontare cose belle. Già in questo modo, mostrando il bello, fai capire cosa non funziona nella vita".

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Il genitore deve cercare di essere un modello per i figli?

"Più che come modelli io e mia moglie ci proponiamo come testimoni. Mostriamo ai nostri figli la bellezza del vivere in famiglia e anche del rapporto che ci può essere tra marito e moglie ma nello stesso tempo non nascondiamo gli errori, le criticità, le difficoltà, anche la stupidità che ognuno può avere in certi momenti. Nel libro ci raccontiamo come genitori sperando che nei nostri figli rimanga il desiderio di avere quella bellezza che fa parte della nostra famiglia. E magari la vogliano raggiungere formando a loro volta una famiglia".

Nel desiderio di fare famiglia quanto conta la possibilità di poterla concretamente creare in uno Stato come il nostro così carente proprio in politiche familiari?

"Se guardiamo i dati, la stragrande maggioranza dei giovani ha il desiderio di formare una famiglia e avere dei figli. Il problema è che la politica non fa nulla per aiutare le giovani generazioni a soddisfare questo desiderio. Oramai avere un figlio è diventata una causa di povertà, averne più di uno ancora peggio. Arriviamo al punto che alcuni giovani si spostano all’estero non solo per trovare lavoro ma anche per formare una famiglia. Così esportiamo non solo cervelli, ma anche pancioni! Basterebbe che la politica si rendesse conto di quali sono i veri desideri delle giovani generazioni e agisse di conseguenza".

Come mai questa scarsa attenzione tutta italiana alle politiche famigliari?

"La famiglia è come il turismo, sono due grandi risorse italiane che stiamo scialacquando non facendo nessun intervento di sostegno, per migliorare le cose. Non ci si interessa del turismo perché tanto i turisti vengono lo stesso anche se magari non più come un tempo. Non ci si interessa della famiglia perché tanto i nuclei familiari ancora reggono, si occupano dei bambini, degli anziani, si sostituiscono allo Stato e fanno risparmiare soldi. Per ora il sistema funziona però diventa sempre più difficile creare nuovi nuclei e ci saranno sempre meno famiglie a prendersi cura degli anziani, che sono invece in costante aumento. Questo creerà molti problemi, magari non oggi ma tra qualche anno. Bisognerebbe però intervenire subito, non aspettare la catastrofe. Le case antisismiche vanno fatte per prevenire il terremoto…".

Cosa si può fare concretamente?

"Intanto si può fare gioco di squadra. Non ci si può dividere su un tema così importante come le politiche per le famiglie, non ci possono essere prese di posizione dettate dalle ideologie. Viceversa nel nostro Paese tutto diventa un muro contro muro per cui - e siamo al paradosso - se vuoi una politica per le famiglie vieni fatto passare per un nostalgico di Mussolini e delle sue politiche per aumentare le nascite. Il momento storico è difficile, ne va del futuro delle prossime generazioni e dell’Italia. Meglio rimanere uniti".

Pessimista per il futuro?

"Preoccupato, però con anche molte speranze. Vedo molti quarantenni come me che si occupano dei figli con amore e passione, sanno che quei bambini sono la sfida della loro vita. Vedo padri che vivono per la famiglia e vorrei che padri così si mettessero in politica, per costruire qualcosa di nuovo partendo dal basso. Per un padre e una madre anche un piccolo gesto, come fare bene la differenziata, ha senso. È un gesto d’amore per dare ai propri figli un futuro più bello".
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