Un progetto di grande impegno storico e civile, un racconto per immagini ed emozioni della furia nazista e dei campi di concentramento in Germania.

Si apre oggi a Sassari "L'Olocausto e l'oblio", mostra di Pietro Sanna che ripercorre una delle pagine più drammatiche della storia del Novecento.

Un'idea che nasce molti anni fa quando, ancora bambino, l'artista-cardiologo visita i campi di concentramento tedeschi: sensazioni che non potrà più dimenticare, e che oggi emergono con forza nelle opere esposte.

Sanna racconta del massacro delle persone, della spietata pianificazione di un genocidio, ma soprattutto dell'indifferenza e della – triste, ma diffusa - volontà di rimozione di tragici ricordi.

Ad essere rappresentati uomini e donne con i simboli ed i colori che li rappresentano all'interno dei campi, e che li accompagneranno sino alla morte.

Nella seconda parte della mostra, scandita da una canestra di melagrane simbolo del passaggio dalla vita alla morte, le persone scompaiono invece dalla scena, ed accanto a loro, progressivamente, il ricordo.

A rimanere solo forme colorate dove, chi guarda con attenzione e con la fatica che la ricerca di un ricordo impone, riesce a distinguere ancora alcuni uomini tra i frammenti di colore. Sino alle foto aeree e al bianco indifferente dell'ultimo trittico, dove nulla è più distinguibile.

"Ancora oggi – si legge nel testo che accompagna la mostra - parlando di quanto successo ci sono silenzio ed oblio, il tentativo di riscrivere i fatti, di coprire i terribili accadimenti di quegli anni con un manto bianco che dissolva il ricordo su tutto".

La mostra, visitabile al Palazzo Ducale di Sassari sino al 19 febbraio (ingresso libero), è stata organizzata in collaborazione con l'ANPI e con l'associazione culturale "Il caffè delle Nuvole".

(Unioneonline/v.l.)
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