La celebre soprano cagliaritana che ha portato la voce dell'Isola nel mondo. Nel suo percorso artistico e professionale la ricerca incessante delle emozioni, che avrebbe trasmesso negli anni a tanti giovani.

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"Che noia queste voci sarde. In Sardegna non si sentono che voci identiche a quelle di Maria Carta!". Con queste parole un'insegnante di lirica, milanese, del Conservatorio di musica di Cagliari, commentava sul finire degli anni Settanta l'esibizione del soprano Giusy Devinu.

Un episodio che la cantante cagliaritana, estinata poi a diventare una delle figlie più celebri dell'Isola, non avrebbe poi mai dimenticato, e che rivive nei ricordi dell'amica di una vita, anche lei apprezzato soprano, Alessandra Atzori.

"Incontrai Giusy alla prima audizione di canto lirico al Conservatorio. Le nostre strade si sono poi incrociate a Spoleto quando lei è esplosa in tutto il suo talento artistico. L'ultimo pezzo di strada insieme è stato quello più doloroso, accomunate da un male che Giusy, purtroppo, non è qui a raccontare".

Giusy Devinu nasce a Cagliari nel 1960, e appena ventenne si rivela splendida Violetta nella Traviata del regista Marco Parodi, suo scopritore. Da lì un'escalation di successi che la porta sui palchi dei teatri più prestigiosi al mondo: la Scala di Milano, l'Opera di Roma, lo Chalet di Parigi, la Fenice di Venezia. A contendersela direttori come Muti, registi come Zeffirelli.

Ancora giovanissima Giusy vanta un repertorio vastissimo: Mozart, Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi, Puccini, Wolf Ferrari. Ma lei, nell'immaginario collettivo, resterà a lungo l'interprete che dà forza e pathos al ruolo di Violetta.

"Diffido di chi non ha emozioni – racconterà - e di chi entra in scena sicuro di sé e senza un attimo di panico. Gli artisti più bravi sono quelli che si emozionano tenendo i nervi saldi. La bella voce non basta, e non basta la tecnica".

Ad emozionare Giusy sono tuttavia anzitutto due cose: la famiglia e la sua terra, che porterà sempre nel cuore.

"Anche quando in continente provavano a canzonarla con l'epiteto 'sardignola' lei rispondeva a colpi di 'Deus ti salvet Maria' facendo ammutolire gli sventurati spiritosi", ricorda Alessandra.

La passione per la musica di Giusy emana anche dal suo legame d'amore con il cantante Francesco Musinu, con cui condivide interessi e passioni, come la grande gioia del battesimo del Teatro Comunale di Cagliari, restituito alla città nel 1993 e dopo venticinque anni di lavori.

Nel percorso artistico e professionale di Giusy Devinu la ricerca incessante di quelle emozioni che avrebbe ispirato anche nei giovani che a Cagliari hanno avuto la fortuna di frequentare i suoi Master negli anni Novanta. E poi la perfezione magistrale, che metteva in pratica da brava pianista quale era applicando questo metodo alla voce e al canto, con il risultato di "una pura poesia".

Una saggezza professionale talvolta fraintesa, e non furono infrequenti le accuse di mancanza d'ambizione, peccato mortale per qualsiasi artista. Lei procedeva diritta per la sua strada, e furono molti i "no" dispensati a importanti registi e produttori.

Giusy Devinu si spegne all'ospedale Businco di Cagliari il 2 maggio 2007, con la notizia che arriva improvvisa in teatro. Anche grazie alla sensibilità artistica di Claudia Tronci e Roberto Magnabosco, a lei sarà dedicata l'arena del Parco della musica, accanto al teatro lirico di Cagliari.

Per Giusy la sconfitta contro una drammatica malattia, ma la vittoria di una memoria eterna, e non solo nell'Isola.

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