Ci sono altri indagati - due, forse tre - nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza sull'Agenzia delle Dogane di Olbia per i mancati controlli sugli aerei privati all'aeroporto Costa Smeralda. Top secret i nomi, ma si tratterebbe di professionisti che avrebbero, in qualche modo, anche loro "aiutato" i facoltosi turisti che durante l'estate transitano nello scalo gallurese.

L'inchiesta della Procura di Tempio Pausania ha già portato all'arresto nei giorni scorsi del responsabile dell'ufficio di Olbia Salvatore Siniscalchi, 60 anni, ora ai domiciliari, e alla sospensione dal servizio del funzionario Nicola Castagna, 33 anni, rientrato poi in servizio ma a Cagliari, e di Francesco Cossu, 51 anni, dirigente della Geasar, società di gestione del "Costa Smeralda".

Intanto questa mattina sono stati interrogati Siniscalchi e Cossu: entrambi hanno respinto tutte le accuse, dando una spiegazione e offrendo la loro versione dei fatti, come hanno spiegato gli avvocato difensori, Carlo Selis per Siniscalchi, e Michele Ponsano per Cossu. Il difensore di Siniscalchi, al termine dell'interrogatorio di garanzia, ha chiesto la revoca della misura cautelari. Secondo l'avv. Ponsano, il dirigente della Geasar ha "respinto le accuse, giustificando alcune frasi ed eliminando qualsiasi equivoco da alcune frasi che si prestavano a diverse interpretazioni". Cossu ha negato anche di aver ricevuto delle "mance": "si sarebbe trattato di pochi euro destinati a chi faceva lavori di fatica sotto il sole", ha spiegato l'avvocato.
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