E' stata la Guardia di finanza di Cagliari e Milano, con una ventina di uomini del nucleo di polizia tributaria, a dare esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare - 180 pagine di motivazioni - firmate dal Gip del Tribunale del capoluogo sardo, Alessandro Castello, su richiesta del pubblico ministero Giangiacomo Pilia. Sequestrate anche ville, auto e conti correnti per un valore di circa sei milioni di euro. In manette sono finiti Andrea Binetti, 57 anni, di Savona, e Robert Carboni, 64 anni, di Cagliari, subito portati in carcere, mentre Stefania Gambacorta, 55 anni, di Carbonia, è agli arresti domiciliari.

LA TRUFFA - Alla Ila era stato concesso un contributo pubblico di oltre 22 milioni di euro per la realizzazione di un “nuovo impianto convenzionale per la produzione di laminati in alluminio preverniciati per l'edilizia e in foglio sottile per imballaggi domestici” presso la zona industriale di Portovesme. La ricostruzione delle Fiamme Gialle ha consentito di accertare che, attraverso ingegnose manovre di bilancio, la Ila era stata mantenuta artificialmente in vita al solo scopo di drenare sistematicamente finanziamenti pubblici.

IL BLITZ - La svolta nelle indagini si è avuta solo quando l’operazione della Guardia di Finanza di Cagliari, denominata “Evil Steel” , condotta su più step investigativi, ha svelato il meccanismo fraudolento e ha consentito di recuperare l’ingente ammontare di contributi pubblici inutilmente erogati a un impianto produttivo considerato di elevato valore sociale, in termini occupazionali, perché ubicato nell’area notoriamente depressa del Sulcis-Iglesiente.
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