Michele Pili, Mario Calledda e Angelo Pisano restano rinchiusi nel carcere di Uta.

I tre, fermati sabato notte dagli investigatori della Squadra mobile, sono accusati di aver tentato di sequestrare in casa la moglie del ristoratore Alberto Melis (titolare dell'Antica Cagliari) per farsi consegnare i soldi degli incassi custoditi nella cassaforte: il gip Roberto Cau dopo l'interrogatorio dei tre a Uta (difesi dall'avvocato Marco Fasuto Piras, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere) ha infatti convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere.

Gli elementi raccolti dalla Polizia, scrive il giudice nel provvedimento di convalida, fanno emergere univocamente "il coinvolgimento di Pili, Calledda e Pisano nell'azione delittuosa, le cui caratteristiche lasciano trasparire una sua dettagliata programmazione".

Persone pronte a tutto, come emerge dalle intercettazioni effettuate dagli uomini della Mobile comandati dal dirigente Marco Basile e coordinati da Michele Mecca.

"Assoluta indifferenza circa la probabile presenza nell'abitazione di una bambina di quattro anni", spiega il gip, "ed evidente intenzione di esercitare violenza fisica sulle vittime".

Non solo l'eventuale utilizzo di armi. "Significativi appaiono gli accenni all'eventualità di perpetrare violenza sessuale alla moglie di Melis", evidenzia ancora il giudice. "Gli apriamo la cassaforte", dice in un'intercettazione Pisano a Calledda. Che poi rilancia: "Lo uccidiamo". Aggiungendo inoltre: "Se si agita lo leghiamo e gli s...o la moglie". Per questo, insieme ad altri motivi, il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere.

I DETTAGLI DELL'OPERAZIONE - In un'operazione lampo messa a segno ieri sera nel quartiere di Is Mirrionis a Cagliari, gli uomini della Squadra mobile hanno scoperto il covo della banda che voleva sequestrare e rapinare la famiglia del ristoratore Alberto Melis.

Nel nascondiglio, secondo le poche informazioni filtrate, c'erano armi, indumenti e attrezzature che potrebbero essere stati utilizzati per altri colpi o da usare in future rapine.

Ieri numerosi poliziotti (c'erano anche gli Artificieri e gli agenti della squadra volante) hanno raggiunto via Is Maglias: all'interno di un locale riconducibile ai tre arrestati sabato notte - un quarto, Davide Sau, fratello di Marco, giocatore del Cagliari - è finito in manette nelle ultime ore - c'era di tutto. Un'operazione andata avanti tutta la notte e coperta dalla riservatezza degli inquirenti: i dettagli dell'importante ritrovamento si conosceranno oggi.

Il materiale trovato nel covo, nel riquadro Davide Sau (foto Matteo Vercelli)
Il materiale trovato nel covo, nel riquadro Davide Sau (foto Matteo Vercelli)
Il materiale trovato nel covo, nel riquadro Davide Sau (foto Matteo Vercelli)

Gli investigatori, comandati dal dirigente della Mobile Marco Basile e coordinati da Michele Mecca, erano convinti che Michele Pili (41 anni di Aritzo), Mario Calledda (38, di Sorgono ma residente a Sestu) e il cagliaritano Angelo Pisano (46) - rinchiusi in carcere a Uta - avessero una base operativa in cui organizzare i colpi e usata come deposito per armi e altre attrezzature.

Ieri l'hanno scoperta. Non solo. Il gruppo aveva in programma un altro colpo molto simile a quello sventato dalla Polizia sabato notte: i malviventi avrebbero dovuto bloccare un amministratore di condominio sotto il suo studio, in piazza Bonaria, per poi costringerlo a salire nell'ufficio e consegnare i soldi custoditi nella cassaforte.

Gli oggetti e la pistola sequestrati alla banda (foto Matteo Vercelli)
Gli oggetti e la pistola sequestrati alla banda (foto Matteo Vercelli)
Gli oggetti e la pistola sequestrati alla banda (foto Matteo Vercelli)

I DETTAGLI - Nel covo della banda in via Is Maglias, in un garage di Davide Sau (38 anni di Tonara ma residente a Cagliari, finito in manette per detenzione di armi illegali, munizioni e spaccio), c’era di tutto: due pistole, esplosivo, proiettili, abbigliamento, caschi integrali, targhe di auto e scooter della polizia locale rubate, tre chili di marijuana e una statua della Dea Madre su cui sono in corso accertamenti.

Il blitz è avvenuto ieri sera. Hanno operato gli investigatori della Squadra mobile e i Falchi, che hanno condotto le indagini, gli uomini delle volanti, gli artificieri, la Scientifica e anche l’unità cinofila della Finanza.

Sau (fratello del calciatore del Cagliari, Marco) non è coinvolto, come evidenziato dal capo della Mobile Marco Basile, nel tentativo di sequestro e rapina di sabato scorso ai danni dell’imprenditore Alberto Melis. Sarebbe il custode di armi, abbigliamento, targhe ed esplosivo: sono in corso tutti gli accertamenti per capire se il materiale sequestrato sia riconducibile solo alla banda sgominata sabato scorso o possa essere stato utilizzato anche da altri malviventi.

Sau era ai domiciliari per i suoi precedenti. Gli investigatori sono arrivati a lui grazie alle indagini relative al tentato sequestro e rapina del ristoratore Melis. Tra gli oggetti sequestrati anche uno strumento per aprire le porte degli appartamenti.

Matteo Vercelli

LE IMMAGINI:

Nel covo della banda scoperto a Is Mirrionis, a Cagliari, è stato trovato materiale di vario tipo
Nel covo della banda scoperto a Is Mirrionis, a Cagliari, è stato trovato materiale di vario tipo
Nel covo della banda scoperto a Is Mirrionis, a Cagliari, è stato trovato materiale di vario tipo
C'era anche dello stupefacente
C'era anche dello stupefacente
C'era anche dello stupefacente
Le munizioni
Le munizioni
Le munizioni
Le targhe provento di furto
Le targhe provento di furto
Le targhe provento di furto
Alcune anche della polizia locale
Alcune anche della polizia locale
Alcune anche della polizia locale
Un reperto archeologico
Un reperto archeologico
Un reperto archeologico
Dell'esplosivo commerciale
Dell'esplosivo commerciale
Dell'esplosivo commerciale
Nel covo c'erano anche armi
Nel covo c'erano anche armi
Nel covo c'erano anche armi
Una pistola (foto questura)
Una pistola (foto questura)
Una pistola (foto questura)

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