Vent'anni di umiliazioni e violenze verso la moglie e i figli. È il quadro in cui si inserisce il processo, giunto al grado di appello, di cui è protagonista un uomo residente a Villagrande Strisaili.

La Corte ha confermato nei suoi confronti la condanna di primo grado ma ha ridotto la pena da 9 anni a 7 anni e sei mesi di reclusione.

Secondo l'accusa l'imputato è responsabile dei maltrattamenti verso la moglie e i due figli, uno dei quali con problemi di tipo fisico, e anche della violenza sessuale sulla donna.

Pretendeva che solo lei lavorasse e che gli consegnasse i soldi a fine mese. Ma c'erano anche minacce, offese e percosse anche con l'uso di una cintura. Talvolta costringeva i familiari a dormire per terra in segno di umiliazione e gli insulti più pesanti erano rivolti al figlio più debole, accusato in sostanza di essere "uno storpio", spiega la Procura di Lanusei.

La donna inoltre era vittima di violenza sessuale perché, quando si negava, il marito minacciava di andare in escandescenza e di svegliare i figli.

L'imputato era difeso in primo grado dall'avvocato Marcello Caddori, in secondo da Paolo Demuro.

(Unioneonline/s.s.)
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