Tutti a processo il 22 marzo.

Il giudice delle udienze preliminari Cristina Ornano ha accolto la richiesta del pm Guido Pani e rinviato a giudizio le sette persone finite sotto accusa perché ritenute responsabili, ciascuna secondo il proprio ruolo, dello schianto tra le carrozze della metropolitana leggera avvenuto lungo la linea Caracalla-Vesalio a Pirri il 19 gennaio 2016.

Si tratta di Fabrizio Vilia e Mauro Angioni (i conducenti: Angioni però si è costituito anche parte civile), Roberto Randaccio (addetto al controllo del traffico al Posto centrale di controllo), Carlo Onano (direttore di esercizio della metrotramvia), Franco Lai (sostituto direttore di esercizio), i dirigenti Walter Arru (preposto al coordinamento del personale addetto all'esercizio) e Roberto Romoli (sostituto del preposto).

Sono accusati di disastro ferroviario e lesioni colpose.

Nell'incidente erano rimasti feriti 85 passeggeri su 150. Il binario era unico, le carrozze vi si alternavano. Lo scontro frontale era avvenuto intorno alle 8. All'origine dello schianto secondo il pubblico ministero c'erano state mancate prescrizioni e violazioni dei regolamenti, indicazioni "inidonee" e l'assenza di vigilanza sul "rispetto delle modalità di esercizio" da parte "del personale". Onano e Lai per la Procura avevano ordinato "la riapertura" della tratta a partire dall'11 gennaio prevedendo "solo" la "chiusura della fermata Caracalla" e "l'obbligo dell'incrocio alla fermata Vesalio e al raddoppio di Monserrato sud", ma sulla linea, interrotta dal 5 dicembre al 10 gennaio, "non erano state ultimate le opere".

Inoltre non avrebbero adottato "le necessarie cautele" con controlli su personale e comunicazioni. Arru e Romoli non avrebbero vigilato "sull'osservanza del regolamento di esercizio"; Randaccio non avrebbe "comunicato ai conducenti lo stato di non transitabilità"; Vilia e Angioni avrebbero "impegnato il tratto senza chiedere e ricevere disposizioni"; Angioni non avrebbe reagito "tempestivamente all'avvistamento del tram in direzione opposta".

Andrea Manunza
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