Da oggi Barbara Serra, giornalista di origini sarde, conduttrice di Al Jazeera a Londra, inizia una collaborazione con L'Unione Sarda.

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"Nessuno ha votato per fare la scorta di fagioli in scatola". Fra i centinaia di cartelloni visti sulle strade di Londra durante la manifestazione per un secondo referendum sulla Brexit, questo mi è sembrato il migliore. Cattura perfettamente l'atmosfera di costernazione che il Regno Unito sta vivendo in questi mesi. I proponenti della Brexit avevano promesso 400 milioni di euro extra per il servizio sanitario. Avevano fatto sembrare tutto facile. Ma ora che lo spettro di una uscita dall'UE senza alcun accordo sul commercio si fa sempre più reale, non sono solo gli allarmisti che parlano di scaffali vuoti al supermercato. Importazioni di cibo, di medicine, servizi finanziari, i voli - tutti gli accordi che regolano i legami fra il Regno Unito e l'Europa - svanirebbero dopo il 29 marzo 2019. Regnerebbe il caos.

Sono passati più di due anni da quando i britannici hanno votato per uscire dall'Unione Europea, e anche i sostenitori più appassionati della Brexit ammettono di non aver mai pensato che potesse essere così complicato. Non ne sono per niente contenti. Gridano al complotto, accusando il Primo Ministro Theresa May (che prima del referendum aveva espresso un sostegno tiepido per rimanere) e tutti i cattivi perdenti che non sanno accettare la decisione del popolo.

La domanda del referendum "Vuoi che il Regno Unito esca dall'Europa?" prevedeva come risposta sì o no. Ma se la domanda era in bianco e nero, la risposta è un arcobaleno di possibilità. Rimanere o no nel mercato unico? Mantenere collaborazioni con agenzie europee? Quali diritti per gli europei che vivono nel Regno Unito? Come evitare la frontiera UE fra Irlanda e Irlanda del Nord per non riaccendere vecchie tensioni fra cattolici e protestanti?

Vista la confusione, 700mila persone sono scese in piazza nell'ultimo fine settimana per richiedere un secondo referendum, ora che si capisce meglio quale sia la posta in gioco. 700mila sono tanti, ma non tanti quanto i 17 milioni che hanno votato per uscire dall'UE. Quante volte è giusto chiedere ad un popolo di esprimere la propria opinione, senza che sia una forzatura per arrivare alla risposta giusta?

Il referendum sulla Brexit non è stata una semplice elezione, dove dopo quattro anni si può mandare a casa un governo che non ha soddisfatto. No, l'impatto della Brexit sarà sentito per generazioni, e sarà più forte per i giovani, proprio loro che come percentuale hanno votato in modo schiacciante per rimanere in Europa. E questo sbilanciamento demografico fa sì che con il passare del tempo il supporto per la Brexit diminuisca, fra anziani (la maggior parte ha votato Brexit) che muoiono e giovani che diventando maggiorenni potrebbero votare. L'ultimo sondaggio dell'agenzia YouGov mostra che ogni giorno Brexit perde 1350 sostenitori. Il 19 gennaio 2019, anche se nessuno avesse cambiato idea dal primo referendum, il cambio demografico detterebbe un sorpasso di Remain su Brexit. Theresa May dice con certezza che non ci sarà un secondo referendum. Ma se c'è qualcosa che la Brexit non ha mai avuto è proprio la certezza.

Intanto l'Inghilterra è bloccata, consumata da un dibattito interno corrosivo che la distrae da tutto quello che le accade attorno. Molti hanno votato per la Brexit spinti da una nostalgia dei vecchi tempi in cui, madre di un impero che copriva un quarto del mondo, la Gran Bretagna era uno dei giocatori chiave dello scenario internazionale. Ma a due anni dal voto, il mondo è sempre più complicato: la Russia assassina spudoratamente le loro ex spie sul suolo britannico, l'America di Trump è imprevedibile, l'estrema destra si rinforza in tutta Europa e il Medio Oriente non mostra segni di stabilizzarsi.

In tutto questo il Regno Unito sembra impotente, paralizzato da una crisi autolesionista senza facili soluzioni. La Brexit doveva rendere il paese più forte e indipendente. Invece, almeno per ora, lo sta facendo diventare irrilevante. Che ironia. E l'ironia, dopo tutto, è molto british.

Barbara Serra

Giornalista, conduttrice di Al Jazeera a Londra
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