Ilenia Boi, 30 anni, che gestisce un'azienda zootecnica con suo padre nelle campagne fra Ussaramanna e Pauli Arbarei non ce la fa più:

"In un anno e mezzo oltre quaranta pecore morte a causa di tre cani randagi. Non abbiamo contato gli aborti e le perdite di latte. Qualcuno ci aiuti".

Il suo è un vero grido d'allarme: "Ci sentiamo impotenti contro questi tre cani randagi, che colpiscono il nostro gregge quando meno ce lo aspettiamo. La prima incursione a maggio 2017 con dieci pecore morte. Gli ultimi due casi il 27 settembre e il 18 ottobre di notte con rispettivamente 4 e 3 pecore uccise, ma altri animali feriti e poi morti. Solo in questi giorni arriveranno gli indennizzi per i capi morti nel 2017 grazie a una richiesta di risarcimento danni a Comune di Ussaramanna e Assl di Sanluri. Non sappiamo più cosa fare. Dall'azienda sanitaria ci hanno detto che possono catturare i cani randagi solo se li chiudiamo in un recinto. Ma come facciamo? Sono animali pericolosi e che scappano".

Il sindaco di Ussaramanna Marco Sideri ha precisato: "Sono cani che arrivano dai territori dei comuni vicini. Nel nostro paese non abbiamo segnalazioni di randagi. Ogni volta che ci sono state comunicate le aggressioni siamo interventi per i sopralluoghi, ma non siamo mai riusciti a avvistare i cani".

Antonio Pintori
© Riproduzione riservata