Ha dedicato gran parte della carriera a capire perché la mafia, un fenomeno così violento avesse messo radici così difficili da estirpare.

Il senatore Pietro Grasso, già procuratore antimafia ed ex presidente del Senato, ha scelto il PalaMura per raccontare la legalità, la ricerca della verità e la giustizia ai giovani studenti della scuola media Brunelleschi e primaria Dessì e Borgona del comprensivo 1.

"Valori che mi hanno sempre accompagnato nella vita - spiega il senatore - e che hanno contribuito a trasmettere i giudici Falcone e Borsellino in un periodo in cui veniva negata l'esistenza della mafia, un fenomeno criminale, sociale ed economico".

Una lezione condivisa con gli studenti che con brani e testimonianze hanno ricordato gli eroi uccisi da una delle organizzazioni più sanguinarie della società capace di penetrare nella politica e negli affari.

"Un giorno un mafioso mi disse che finché le persone saranno costrette a rivolgersi alla mafia questa non finirà mai, perché si infiltra dove manca lo Stato, dove i giovani non trovano lavoro, - sottolinea Grasso - e se noi non saremo in grado di dare risposte a questo abbiamo fallito su tutta la linea".

Nelle parole di Grasso il ricordo dei magistrati Falcone e Borsellino, protagonisti del maxiprocesso a Cosa Nostra che lo videro protagonista come giudice a latere della Corte di assise, impegnato per ben 20 mesi a scrivere le motivazioni della sentenza di 475 imputati finiti dietro le sbarre. Una svolta che ha permesso di veder in faccia la mafia per la prima volta, la stessa che uccise 26 anni fa i due giudici e la poliziotta sarda Emanuela Loi.

Alla loro memoria la scuola Brunelleschi su iniziativa della Consulta dei genitori ha voluto dedicare un monumento scoperchiato nel Giardino dei Giusti alla presenza delle autorità civili e militari, dei docenti e dei familiari della poliziotta Emanuela Loi.

"Le fu assegnato l'incarico della scorta subito dopo la strage di Capaci - spiega la sorella Claudia Loi - e poi affiancò la squadra per proteggere il magistrato Borsellino, un compito pericoloso finché la domenica del 19 luglio accadde la tragedia di via D'Amelio. Morirono 5 dei sei agenti ed io voglio ricordarli tutti con la stessa forza e la stessa dignità: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi".

Mariangela Pala
© Riproduzione riservata