Il diktat del ministro dell'Interno Matteo Salvini li lascia sconcertati: perché far chiudere i negozi "etnici" alle 21?

"I miei clienti sono italiani, i prodotti che vendo sono quelli presenti in tutti i negozi italiani. L'unica ragione per la quale il mio può essere definito negozio etnico è il fatto che io sono straniero".

Hasan Mia, gestore di un minimarket in via San Giovanni, non riesce a spiegarsi l'ultima uscita del ministro dell'Interno Salvini che vorrebbe chiudere alle 21 i negozi etnici. Secondo Salvini, i "negozi etnici" sarebbero, di notte, un ricettacolo di delinquenti. Occorre chiuderli, sostiene.

"E chi darà il servizio che offriamo ai nostri clienti? Clienti che al 98 per cento sono italiani e turisti", interviene Islam Munzrul che gestisce il minimarket tra via Baylle e via Sardegna. Quella minaccia proprio piace.

"Salvini parla di sicurezza? La voglio anche io", interviene Jasvir Kaur Bhela che gestisce il ristorante indiano Tandoori di via Barcellona. "Nel weekend sono costretta a chiudere perché arrivano orde di ragazzini che si divertono a distruggere tutto".

Ma non sono solo gli stranieri che gestiscono attività commerciali a protestare: "Ben vengano le regole ma non possono essere applicate su base etnica", interviene Emanuele Frongia, vice presidente di Confesercenti.

"La regola varrebbe anche per un inglese, cioè extracomunitario, che vuole aprire un fish & chips? E se valesse la stessa regola per un italiano che gestisce una pizzeria a Londra? Basti un po' di logica per capire l'insensatezza".

Marcello Cocco
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