"A maggio non abbiamo lavorato per più di un mese ora questo nuovo stop per l'alluvione. Chiediamo gli indennizzi o un aiuto per portare a casa il pane per le nostre famiglie".

È quanto hanno denunciato i pescatori del consorzio ittico di Santa Gilla sotto la sede del Consiglio regionale, in via Roma a Cagliari, dopo il nuovo stop all'attività di pesca nello stagno da giovedì scorso dopo il nubifragio che ha colpito il Cagliaritano.

I pescatori sotto la sede del Consiglio regionale (foto Matteo Vercelli)
I pescatori sotto la sede del Consiglio regionale (foto Matteo Vercelli)
I pescatori sotto la sede del Consiglio regionale (foto Matteo Vercelli)

Sono circa 250 i pescatori del consorzio bloccati dalla troppa acqua, mista a fango e detriti, riversata a Santa Gilla dai diversi canali idrici di Decimomannu, Uta, Assemini ed Elmas.

Per questo oltre a domandare il riconoscimento dei danni subiti, i pescatori delle sette cooperative hanno chiesto alla Regione (una delegazione è stata ricevuta in Consiglio regionale) un intervento nel sistema dei canali per evitare che la situazione si possa ripetere.

La strada degli indennizzi sembra non percorribile per il fatturato in crescita del Consorzio (che però negli ultimi anni ha raddoppiato il numero dei soci). Per questo si dovrebbe seguire il percorso dei fondi di solidarietà.

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