Nessun "buco" nelle mura. Niente funi per calarsi dall'alto e trovare la libertà. Per la fuga dal carcere di Buoncammino un detenuto sardo di 28 anni aveva scelto una via alternativa: nascondersi in una nicchia quasi invisibile e attendere il passaggio del camion della spazzatura. Si sarebbe gettato tra i rifiuti lasciando così il penitenziario. Il tentativo di evasione è stato però scoperto dagli agenti della polizia penitenziaria che dopo mezz'ora hanno rintracciato il detenuto: è stato denunciato per tentato evasione e resistenza. Ora sarà la Procura a occuparsi della vicenda.

IL PIANO - Il fatto è avvenuto martedì 19 agosto ma la notizia è trapelata solo ora. Secondo una prima ricostruzione il detenuto verso le 10,30 ha raggiunto la zona dei "cortili" per la passeggiata: piccoli rettangoli all'aperto, con mura alte quasi tre metri e protette da filo spinato. Quando il giovane è rimasto solo ha messo in atto il suo piano. Grazie alla sua forza fisica e alla sua agilità è riuscito a scavalcare il muro subito dopo il passaggio di uno degli agenti di guardia al "perimetro" del carcere. Sapeva dove andare: forse grazie a qualche soffiata, aveva individuato una nicchia praticamente invisibile con vista sulla zona dei colloqui e, poco più avanti, con panorama sul cortile dove passano i mezzi autorizzati a entrare e uscire dal penitenziario. La sua idea, dalle prime indagini condotte dagli agenti della polizia penitenziaria, era quella di buttarsi nel camion della spazzatura e lasciare così Buoncammino. Oppure, approfittando della confusione, mischiarsi tra i parenti in visita ai detenuti alla fine dei colloqui per raggiungere l'uscita e fuggire dal portone alla prima occasione utile. Un'impresa difficile e complessa ma non impossibile.

L'ALLARME - E' stato uno degli agenti della polizia penitenziaria a dare l'allarme. Quando è tornato per accompagnare il detenuto (il giovane deve scontare una pena fino al 2026 per violenza sessuale, rapina, furto) nella cella singola, non lo ha più trovato. Immediato l'allarme. Sono scattate le ricerche coordinate dalla vice comandante Manuela Cojana: con due squadre da sei agenti ha perlustrato le aree all'aperto. Dopo mezz'ora di caccia all'uomo, grazie ad alcune informazioni che circolavano in carcere, gli agenti hanno scoperto il nascondiglio del detenuto (che in passato aveva già tentato un evasione da un altro penitenziario sardo). Ci è voluto un po' per convincerlo a lasciare la nicchia e arrendersi: se si fosse lanciato nel cortile (da un'altezza di parecchi metri) le conseguenze sarebbero potute essere tragiche. Il detenuto è stato bloccato (a fatica, per questo è stato accusato anche di resistenza) e riaccompagnato in cella. Determinante per evitare la clamorosa evasione, la grande professionalità del personale della polizia penitenziaria.

SITUAZIONE DIFFICILE - La notizia è stata confermata da fonti interne a Buoncammino e dal sindacato della polizia penitenziaria Ugl. "Questo episodio", sottolinea il segretario locale Francesco Matta, "evidenzia ancora le difficoltà interne al carcere soprattutto nel periodo estivo. Oltre alla consolidata carenza di personale, in questi mesi tra ferie e malattie gli agenti al lavoro sono pochi. Le sorveglianze vengono garantite con lo spirito di sacrificio dei colleghi. Ma questa vicenda conferma anche che a Buoncammino non ci sono spazi adatti per le persone che soffrono di problematiche particolari. Servirebbero istituti specifici".

Matteo Vercelli

(vercelli@unionesarda.it)
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