Riceviamo e volontieri pubblichiamo la lettera con cui i volontari raccontano l'esperienza.

"Abbiamo visto gli occhi in lacrime di uomini e donne che potrebbero essere i nonni e i genitori di ognuno di noi, perché un figlio aveva perso la casa o il lavoro di una vita.

Abbiamo visto una donna che cercava di ripulire l'album fotografico del proprio matrimonio e della comunione del figlio .

Abbiamo visto sguardi della gente persi nel vuoto, come per cercare una giustificazione o un appiglio per tutto questo.

Abbiamo visto l'umiltà della gente nel ringraziarci per la mano d'aiuto e per quella solidarietà che siamo riusciti a dare.

Abbiamo visto un piatto di pasta mangiato tutti insieme diventare l'unico momento di serenità per delle persone a cui non è rimasto che la voglia di tornare a sorridere e di un ritorno alla normalità.

Abbiamo visto in cuor nostro l'orgoglio di appartenere a un popolo , quello sardo, che non ha paura di sporcarsi le mani per aiutare “un suo fratello” che ora passa il momento più brutto della propria vita.

Abbiamo visto persone splendide e meravigliose come i volontari del Cres che in questi giorni ci hanno fatto sentire amati come persone di famiglia.

Non dimenticheremo mai questi giorni passati insieme e voi che nonostante questo brutto momento ci avete insegnato ad affrontare le difficoltà collaborando da persone umili

Tra tanta stanchezza, rabbia e fatica siamo riusciti a vivere quegli attimi uniti".
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