"La Sardegna è un territorio molto sano sotto il profilo della criminalità organizzata e non verrà minimamente compromesso", ha detto il ministro.

Il ministro ha scoperto, all'ingresso, la targa dedicata a Giovanni Bacchiddu, uno dei cinque agenti penitenziari morti nel carcere di Alghero nel 1945 mentre tentavano di sventare una evasione.

In occasione della intitolazione della nuova struttura all'agente, presenti anche un figlio e una figlia di Bacchiddu.

LE RASSICURAZIONI - Rispetto ai timori legati alle infiltrazioni mafiose, quindi rispondendo alle domande sul possibile arrivo nella nuova struttura di detenuti ad alta sicurezza e in regime di 41 bis, la Cancellieri ha assicurato: "Ci sono delle norme parlamentari e degli atti di indirizzo del Parlamento firmati da persone che adesso fanno polemica, ma a suo tempo sono stati favorevoli".

Ancora: "Guardiamo le carte - ha chiarito il Guardasigilli - guardiamo quello che è lecito fare e quello che non è lecito fare. Abbiamo un Parlamento che ha autorizzato determinati comportamenti, ha fatto determinante e scelte. Ma sicuramente - ha assicurato il ministro - salvaguarderemo il territorio. La Sardegna è un territorio molto sano sotto il profilo della criminalità organizzata e non verrà minimamente compromesso. Questo è un impegno ma naturalmente nel rispetto di quello che era stato deciso a suo tempo".

LA DENUNCIA DEI SINDACATI E LA REPLICA - Personale di custodia non adeguato alle necessità, avevano tuonato ieri i sindacati, definendo l'organico insufficiente. "La nuova struttura è stata progettata con una

capienza complessiva di 465 posti - aveva spiegato ieri il segretario nazionale dell'Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe Moretti - ed in essa saranno reclusi non solo i 150 detenuti dell'istituto di San Sebastiano, trasferiti ieri, ma anche altri provenienti da tutta la Penisola, molti dei quali ad elevato indice di pericolosità e sottoposti a regime di 41 bis. La necessità organica per il funzionamento in sicurezza del nuovo istituto - prosegue Moretti - è di 338 unità, mentre al momento sono in servizio solo i 156 agenti del vecchio carcere, 20 dei quali distaccati".

Pronta la replica del ministro. "Verranno affrontati e risolti i problemi di organico", ha spiegato.

LA VISITA - Il ministro è accompagnato dal capo del Dap, Giovanni Tamburino, dal Commissario straordinario del Governo per le infrastrutture carcerarie, Angelo Sinesio, dal provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria, Gianfranco De Gesu.

Dopo Bancali per Cancellieri anche il taglio del nastro, in via Asproni, a Sassari, della nuova sede dell'Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe).

IL PIANETA-CARCERI - "Strutture fatiscenti come il vecchio carcere San Sebastiano di Sassari ne abbiamo ancora parecchie in Italia, però ci stiamo lavorando e ogni giorno si fa qualcosa per migliorare la situazione dei detenuti", ha detto il ministro della Giustizia. "C'é una forte parte della società civile che é con noi - ha continuato - siamo sicuri che nel tempo raggiungeremo livelli degni del nostro Paese, guardiamo alle luci per sconfiggere le ombre".

Poi un passaggio che richiama l'integrazione dei carcerati. "La Sardegna è un'isola che ha delle caratteristiche particolari molto interessanti e significative per quanto riguarda la possibilità di lavorare la terra, ci sono delle aziende agricole comprese negli istituti penitenziari ed é un segno molto civile di affrontare il problema della detenzione, perché persone libere che vivono all'aria aperta tutto il giorno espiano la loro pena. Su questo la Sardegna può esse un gran bel modello naturale".

ASINARA - in merito alla possibilità di riaprire il carcere sull'isola Parco dell'Asinara, il ministro ha specificato che "Sull'Asinara non abbiamo nessun progetto, qualora la Regione lo valutasse e ne parlasse lo prenderemmo in considerazione, ma da parte nostra non c'e assolutamente nessun progetto, se lo chiedono possiamo parlarne ma noi non lo abbiamo in mente".
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