Forse sono in arrivo le prime certezze, sul cadavere ritrovato in avanzato stato di decomposizione all'interno del relitto della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata all'Isola del Giglio nel gennaio 2012. Dapprima, "sviati" da quanto rimaneva delle scarpe, gli inquirenti erano orientati ad attribuirne l'identità a Russel Rebello, il cuoco di origine indiana, ancora mancante all'appello delle vittime. Ora, però, le indagini virano decisamente sull'altra persona ancora dispersa, Maria Grazia Trecarichi, 50 anni, la passeggera siciliana di cui, come nel caso di Russell, non sono mai stati ritrovati i resti. Il marito della donna, Elio Vincenzi, e la figlia Stefania, hanno infatti riconosciuto la catenina che apparteneva a Maria Grazia, attraverso una foto delle spoglie mostrata loro dalle forze dell'ordine nel corso delle procedure di riconoscimento avvenuto nei locali della questura a Catania alla presenza di un funzionario della Costa Crociere. "Sono frastornato - ha detto Elio Vincenzi - così come mia figlia. Due anni sono stati lunghi in attesa di potere dare una degna sepoltura a mia moglie. Il mio pensiero va ai familiari di Rebello che attendevano anche delle risposte". Ora, per l'ufficializzazione, si attendono i risultati dei test scientifici in corso a Grosseto.
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