Due agenti della polizia penitenziaria in servizio nel carcere delle Sughere di Livorno sono stati arrestati dalla squadra mobile di Livorno, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, con l'accusa di sfruttamento della prostituzione di lucciole e trans. Denunciata la moglie di uno dei due. In manette sono finiti Antonio Pruscino, 45 anni di Benevento, e Francesco Maniglia, 34 anni, di Gela. I due avrebbero subaffittato appartamenti e fondi commerciali a transessuali brasiliani e lucciole per consentirne l'attività di prostituzione e avrebbero favorito la permanenza in Italia di clandestini. Secondo l'accusa, il giro d'affari messo in piedi dai due agenti si attestava intorno ai 6 mila euro al mese, ricavati dai soldi degli affitti in nero chiesti ai transessuali e alle prostitute, che ricevevano i clienti negli alloggi affittati dagli agenti. L'indagine è scattata nell'estate scorsa in seguito a un esposto anonimo giunto in questura, nel quale si segnalava un appartamento del centro all'interno del quale trans e donne si prostituivano. Secondo quanto appurato dagli investigatori, quell'abitazione risultava in affitto a Pruscino, che, però, l'aveva subaffittata a transessuali e prostitute brasiliane. Due prostitute brasiliane confermando agli investigatori il ruolo dei due indagati.
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