"Gli esami sulle ossa sono iniziati oggi, ce lo ha detto poco fa il procuratore. È presto per avere certezza sul Dna, occorrono almeno otto-dieci giorni".

Lo ha affermato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela - la 15enne scomparsa misteriosamente nella Capitale nel 1983 - che questa mattina, accompagnato dalla sua legale Laura Sgrò ha incontrato i magistrati che indagano sulle ossa trovate lo scorso 31 ottobre in una dependance della Nunziatura Apostolica di via Po, a Roma.

"Vogliamo capire chi per primo ha associato questa vicenda a quella di mia sorella. Anche su questo attendiamo risposte dagli inquirenti", ha aggiunto.

Sulle ossa lavorerà Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell'Università di Roma Tor Vergata.

"Le ossa, proprio come il Dna, parlano e raccontano una storia. A patto però di trattarle con cura, altrimenti restano mute. So che c'è attesa su quello che potranno dirci le ossa della Nunziatura. Da parte nostra cercheremo di avere delle risposte da dare nei prossimi giorni", ha dichiarato l'esperto.

"Per prima cosa - ha spiegato - bisognerà pulire le ossa, che erano interrate. Dopodiché dovremo classificare tutto quello che abbiamo, stabilendo quali ossa sono presenti e quali mancano. Quindi inizieremo l'analisi vera e propria: le caratteristiche delle ossa ci permetteranno di stabilire il sesso, l'età, l'altezza" dei soggetti a cui appartenevano e "possibilmente, le probabili cause del decesso".

Arcudi ha confermato che l'iter durerà diversi giorni.

(Unioneonline/F)
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