Si sta configurando come il più grande crimine dal dopoguerra a oggi quello commesso da Niels Hoegel, l'infermiere accusato di aver ucciso circa 100 pazienti in due ospedali tedeschi.

Accuse che l'infermiere non ha negato in alcun modo. Anzi, ha ammesso tutto proprio in apertura di processo.

Nel silenzio attonito dell'aula del tribunale di Oldenburg, nella Germania nord-occidentale, dopo un minuto di silenzio in memoria delle vittime e la lettura dell'atto di accusa, la Corte ha chiesto al 41enne se le accuse a suo carico fossero giuste: "Sì", ha risposto a voce bassa, "è accaduto".

La clinica (Ansa)
La clinica (Ansa)
La clinica (Ansa)

Il 41enne, affetto secondo la perizia psichiatrica da disturbi narcisistici, avrebbe compiuto gli omicidi tra febbraio 2000 e giugno 2005 negli ospedali di Oldenburg e Delmenhorst, nella Bassa Sassonia.

La dinamica, secondo le accuse, era più o meno sempre la stessa: Hoegel iniettava ai suoi pazienti farmaci che provocano l'arresto del sistema cardiovascolare. A quel punto tentava con vigore di rianimarli, per uscirne "da eroe". Ma spesso la rianimazione non gli riusciva e i pazienti restavano uccisi dallo scompenso.

In questo processo si parla appunto di 100 vittime, di età compresa tra i 34 e i 96 anni, con la riesumazione di decine di corpi. Ma i pazienti morti sotto le mani di Hogel potrebbero essere molti di più: la polizia ha esaminato 200 casi sospetti, ma molti pazienti deceduti nei due ospedali in cui lavorava l'infermiere sono stati cremati e non hanno quindi fornito alcuna prova.

Il processo sta avendo una grande eco mediatica (Ansa)
Il processo sta avendo una grande eco mediatica (Ansa)
Il processo sta avendo una grande eco mediatica (Ansa)

Hoegel sta già scontando una condanna all'ergastolo inflittagli nel 2015 per l'uccisione di sei pazienti: ed è proprio dalle sue confessioni allo psichiatra che gli inquirenti lo hanno collegato ad altri decessi. Se fosse ritenuto colpevole di tutte le morti, diventerebbe uno dei peggiori serial killer della Germania dopo la guerra.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata