"Auschwitzland". Un campo di sterminio paragonato al parco giochi della Disney.

Scritta bianca su sfondo nero, anche il carattere usato è quello della Disney. E sullo sfondo non c'è un castello fiabesco, c'è uno dei peggiori e più conosciuti campi di concentramento della storia.

Ieri a Predappio circa 2mila nostalgici del Duce si sono riuniti a Predappio (luogo in cui è nato Benito Mussolini) in occasione del 96esimo anniversario della marica su Roma.

E tra i 2mila c'era lei. Selene Ticchi, 48enne militante di Forza Nuova, ex candidata a sindaco di Budrio, sfoggia la maglia con un gran sorriso, e la accompagna con due croci celtiche, una al braccio l'altra al collo: "È humour nero", spiega.

E quello della maglia choc è solo un dettaglio della manifestazione, che rievoca le parole d'ordine di uno dei periodi più bui della nostra storia. "Camerata Mussolini, presente", "Duce, duce", "Boia chi molla", e polemiche con l'Anpi che voleva vietare la manifestazione dei nostalgici.

La maglia ha scatenato ira e indignazione in Rete, ed è approdata anche in Parlamento, diventando un caso politico. Il senatore di Liberi e Uguali Francesco Laforgia ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno Matteo Salvini: "L'apologia del fascismo - ha scritto - nell'ordinamento giuridico italiano, è un reato. Chiedo al ministro se intende applicare questa legge, se condivide il paragone di un campo di sterminio ad un parco giochi e quali misure intenda promuovere al fine di evitare il ripetersi di simili episodi".

Lei, la Ticchi, intervistata da "Il Resto del Carlino", risponde così: "È stato un puro caso. La maglietta con la scritta 'Molti nemici molto onore" mi stava stretta. Un'altra aveva un buco, così alle 5.30 del mattino ho preso quella che ho trovato appena sotto, nel cassetto".

Ironizzando, dunque. Continuando a ridere e deridere una tragedia che ha fatto milioni di morti.

Pensare che tre ragazzine non molti giorni fa hanno rischiato il carcere per - vogliamo pensare fossero inconsapevoli di quello che stavano facendo - un selfie a braccio teso di fronte all'ingresso del campo di concentramento. Differenze tra chi con gli orrori del nazifascismo e fatto i conti e chi, invece, continua a solleticargli la pancia.

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata