"Acqua e zucchero per cercare di salvarle la vita. Poi, quando hanno visto che stava diventando cianotica, l'hanno messa su un divano, dopodiché è morta".

È il terribile racconto fatto da una delle persone presenti all'interno dello stabile abbandonato di via dei Lucani, a San Lorenzo (Roma), dove è stata stuprata e uccisa la 16enne Desirée Mariottini.

Anzi, qualcuno - raccontano sempre i presenti quel giorno durante gli interrogatori - avrebbe pure detto: "Meglio che muoia questa tossica".

La nuova testimonianza è stata riportata nel decreto con cui la Procura di Roma ha disposto il fermo - convalidato in mattinata dal gip Maria Paola Tomaselli al termine dell'interrogatorio - di quattro immigrati, accusati di omicidio e violenza sessuale di gruppo.

Secondo quanto si apprende Brian Minteh, 43 anni, del Senegal, è stato l'unico a rispondere alle domande del giudice mentre il senegalese Mamadou Gara, 27 anni, e il 46enne nigeriano Chima Alinno, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: "Non mi sarei mai permesso neanche di toccare Desirée perché si vedeva che era una bambina", avrebbe detto quest'ultimo al suo avvocato.

Ieri intanto è stato individuato e fermato il quarto uomo. Si tratta di un 34enne cittadino del Gambia, di nome Youse Salia. È stato fermato in Puglia, a Foggia, dove si era rifugiato dopo l'omicidio. L'arresto è avvenuto in un insediamento abusivo. Al momento del blitz, Salia era in possesso di 11 chili di marijuana e hashish e una pistola giocattolo. Per il momento resta in carcere a Foggia.

ROMA DIVISA - Intanto, il quartiere San Lorenzo di Roma, teatro dell'efferato omicidio, ha ospitato questo pomeriggio due manifestazioni.

In piazza dell'Immacolata ha sfilato l'Anpi, mentre da Porta Maggiore è partito un corteo di Forza Nuova.

"Desirée come Pamela, fuori le bestie dai nostri quartieri", la scritta sullo striscione dietro il quale diverse decine di persone si sono mosse dopo aver ascoltato il leader di estrema destra Roberto Fiore.

"Stiamo vivendo giornate terribili", le parole, invece, del presidente provinciale dell'Assciazione Partigiani Fabrizio De Sanctis.

"Bisogna assicurare - ha aggiunto - i responsabili alla giustizia senza sconti. Ma non si possono tollerare le strumentalizzazioni: le donne sono tutte uguali e gli aggressori sono tutti uguali e tutti vanno condannati e assicurati alla giustizia".

(Unioneonline/s.a.)

"Basta degrado e violenza": 4 cortei a Roma
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Striscioni in ricordo di Desirée Mariottini
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Cartelli contro Virginia Raggi
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Il sindaco nel mirino
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Le organizzatrici della protesta
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Sit-in di Forza Nuova contro l'immigrazione
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L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
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Un attivista Anpi (Le foto sono dell'Ansa)
Un attivista Anpi (Le foto sono dell'Ansa)
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