Un corteo commosso ha accompagnato per le strade del Portico d'Ottavia il feretro di Lello Di Segni, l'ultimo sopravvissuto alla deportazione degli ebrei di Roma del 16 ottobre 1943, scampato all'incubo dei lager e tornato per raccontare alle giovani generazioni una pagina tragica della storia.

A breve avrebbe compiuto 92, gran parte dei quali spesi a testimoniare il dramma della Shoah e raccontare la sua storia di deportato ad Auschwitz-Birkenau, strappato alla sua casa insieme ai genitori e alle due sorelline.

"La sua perdita - commenta la presidente della comunità ebraica romana Ruth Dureghello - oltre che essere un dolore per la nostra comunità è purtroppo un segnale di attenzione e un monito verso le generazioni future. Con lui viene a mancare la memoria storica di chi ha subito la razzia del 16 ottobre tornando per raccontarcela. Da oggi dobbiamo trovare il coraggio per essere ancora più forti, per non dimenticare e non permettere a chi vuole cancellare la storia e a chi vorrebbe farcela rivivere di prendere il sopravvento".

Al ricordo si aggiunge anche Liliana Segre, preoccupata che con la scomparsa degli ultimi testimoni si attenui la memoria di quell'epoca buia della storia nazionale e non solo. "È rivolgendoci agli studenti e soprattutto agli insegnanti che si può avere una speranza che tutto quello che è successo nel Novecento, per la colpa di essere nati - spiega la senatrice a vita - non diventi solo una riga di un libro di storia e poi nemmeno più quella".

Cordoglio anche dalle istituzioni, con la sindaca Virginia Raggi che twitta "Roma non dimenticherà mai la testimonianza di Lello Di Segni".

(Unioneonline/s.a. e b.m.)
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