In gara per assicurarsi la cappella dei cappuccini situata all'interno degli ex Ospedali Riuniti c'era anche la comunità ortodossa romena che aveva in uso la cappella dal 20 agosto 2015, ma per 9mila euro ha vinto l'offerta dell'Associazione Musulmani, che attualmente ha sede in una sala civica di via Rosa a Bergamo.

Un'associazione che raccoglie circa 3mila musulmani residenti nell'area e che con questa iniziativa aggira la legge regionale leghista - soprannominata anti-moschee - che limita l'apertura di nuovi luoghi di culto, perché l'ex cappella risulta già come edificio adibito a "servizio religioso" e non richiederà quindi il cambio di destinazione d'uso.

La chiesa era stata concessa in uso per tre anni alla comunità ortodossa dalla Regione nel 2015, poi, lo scorso settembre, è stata inserita tra i beni pubblici messi all'asta e oggi è diventata proprietà dell'Associazione Musulmani.

E la notizia ha dei risvolti politici che vanno oltre i confini cittadini, perché è probabile che l'edificio venga trasformato dagli attuali proprietari in una moschea.

"A Milano c'è un Comune che vuole aprire nuovi spazi regolari e sicuri - commenta l'assessore all'Urbanistica del Comune di Milano Pierfrancesco Maran - non far chiudere le chiese per farle diventare moschee. Altrimenti se le cose non si regolano finisce che non te ne accorgi e le chiese diventano moschee sotto la totale responsabilità di Regione Lombardia".

E l'assessore regionale Claudia Terzi spiega che verrà effettuato un controllo delle offerte, perché "non ci si aspettava la partecipazione di altri, pensavamo che la comunità ortodossa fosse l'unica interessata".

Critici anche i 5 Stelle lombardi, che con il consigliere regionale Dario Violi - all'opposizione - si rivolge all'alleato della coalizione giallo-verde: "Alla Lega, che ogni giorno fa campagna elettorale contro l'Islam, quando c'è da fare cassa vanno bene anche le moschee. La loro legge incostituzionale sui luoghi di culto e la loro propaganda sull'Islam sono assolutamente ridicole e inutili".

Una situazione sfuggita di mano, a cui ora la Lega cerca di porre rimedio puntando sul valore storico artistico dell'edificio e sull'intervento della Soprintendenza, per evitare che i nuovi proprietari intervengano con una ristrutturazione radicale.

Chiusa la gara d'asta, si apre ora la battaglia politica.

(Unioneonline/b.m.)
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