"Gli accordi chiusi in passato ci conducono a una strada senza via di uscita".

Il premier Giuseppe Conte esordisce così in una nota in cui sembra dare un parere definitivo sul completamento nel Salento della Tap, il gasdotto che porterà il gas dell'Azerbaigian in Italia.

Promessa del Movimento 5 Stelle era bloccare l'opera ("La fermeremo in due settimane", aveva detto Alessandro Di Battista) ma oggi, dice Conte, "interrompere la realizzazione dell'opera comporterebbe costi insostenibili, pari a decine di miliardi di euro. In ballo ci sono numeri che si avvicinano a quelli di una manovra economica".

E ancora: "Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, non lasciando nulla di intentato. Ora però è arrivato il momento di operare le scelte necessarie e di metterci la faccia".

"Mi ero impegnato con le Autorità locali e con i Rappresentanti delle comunità territoriali - prosegue -, ivi compresi i Parlamentari eletti in Puglia, ad effettuare un rigoroso controllo delle procedure di realizzazione dell'opera al fine di verificare tutti i profili di eventuale illegittimità che erano stati segnalati. Avevo altresì preannunciato che se avessimo riscontrato tali profili di illegittimità non avremmo esitato ad assumere tutti i conseguenti provvedimenti, compresa la decisione di interrompere i lavori".

L'opera, però, è "legittima", come si legge "nelle ultime verifiche effettuate dai tecnici del ministero dell'Ambiente".

La decisione sta sollevando molte polemiche: "Dimettetevi", scrive su Facebook Gianluca Maggiore, portavoce del Movimento No Tap. "Non potete nascondervi dietro una frase 'sono No Tap' e, dicendo che le autorizzazioni date sono legittime, di fatto, scaricare le responsabilità ad altri".

(Unioneonline/D)
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