Le bozze delle relazioni dei tecnici di Spea sullo stato del Ponte Morandi sono state modificate, "ammorbidite" con termini meno preoccupanti.

Questa la scoperta degli uomini della Guardia di finanza, che indaga sul crollo del viadotto, avvenuto il 14 agosto. Nella tragedia sono morte 43 persone.

Dagli interrogatori di tre ingegneri è emerso che alcuni documenti erano state cambiate dopo le riunioni con il coordinatore Maurizio Ceneri, uomo di raccordo con Autostrade, mentre altre sarebbero state cambiate senza dire nulla dallo stesso dirigente.

In particolare, sarebbero state modificate le parti relative alle condizioni di stralli e piloni.

Ora i pm titolari dell'indagine, Massimo Terrile e Walter Cotugno, stanno cercando di capire il motivo per cui le relazioni venivano falsate.

L'ipotesi degli inquirenti è che le bozze fossero state modificate in modo da non mostrare la necessità di controlli più invasivi e più costosi sulla struttura.

Intanto Spea ha diramato una nota in cui precisa che i controlli non erano eseguiti "a tavolino".

"Le attività di controllo si svolgono sul campo, mediante l'utilizzo di tecnologie all'avanguardia, nel pieno rispetto delle leggi e delle normative tecniche e sono periodicamente verificate da enti interni e accreditati certificatori esterni, che ne attestano l'efficacia sostanziale e la correttezza procedurale", si legge nel comunicato.

"Nelle attività di reporting ispettivo, infine, viene utilizzato un sistema codificato di classificazione dello stato delle infrastrutture, che permette di segnalare con chiarezza lo stato di conservazione delle opere ispezionate e che ha dato prova di affidabilità in oltre 30 anni di applicazione su circa 4000 opere della rete di Autostrade per l'Italia monitorate", ha fatto sapere ancora la società

(Unioneonline/F)

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