Il caso della transessuale trovata morta nel suo letto a Cinisello Balsamo lo scorso febbraio riporta l'attenzione sul fenomeno delle cosiddette ghost guns, armi non convenzionali ma comunque letali che si possono costruire a casa propria, con una stampante 3d, e che grazie a dimensioni irrisorie e forme insospettabili come una penna o una scatola di fiammiferi riescono a sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine.

È il caso della penna pistola calibro 22 con cui è stata uccisa la transessuale 43enne peruviana alla periferia di Milano, riutilizzata il giorno seguente dal colpevole per una rapina in un ristorante. Un'arma a tutti gli effetti, tra le tante disponibili in un "mercato" in rapida espansione, con pistole leggerissime a un solo colpo prodotte da aziende americane, delle dimensioni di una carta di credito, o gli innumerevoli modelli che si possono produrre artigianalmente in casa propria usando stampanti tridimensionali, con tanto di tutorial online per assemblarle.

Un fenomeno piuttosto recente, anche se armi fai-da-te venivano trovate anche in passato, nei covi di camorristi e mafiosi.

Gli Stati Uniti sono l'area di massima diffusione e pochi mesi fa una corte federale è dovuta intervenire per evitare la pubblicazione online di istruzioni per realizzare armi da fuoco con stampanti 3d, anche se esiste una legge che ne vieta la costruzione e la diffusione se prive della quantità di metalli necessaria a permetterne l'identificazione tramite metal detector.

La pericolosità di questi oggetti è indubbia se si pensa che non solo sfuggono ai normali controlli, ma non sono nemmeno tracciabili perché non sono registrate e non hanno numeri di serie.

(Unioneonline/b.m.)

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