È sempre più vicina l'ipotesi di un "no deal" tra l'Ue e il Regno Unito sulla Brexit, dopo che domenica si è arrivati all'ennesimo nulla di fatto nelle trattative.

Lo ha detto senza mezzi termini il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk in quelle che sono le ore decisive per l'accordo tra Londra e Bruxelles.

Il nodo che non riesce a sciogliersi è il confine tra l'Irlanda del Nord e l'Irlanda dopo che il Regno Unito lascerà il blocco del mercato unico e l'unione doganale: entrambe le parti concordano sul non tornare a un "border" netto tra i due Paesi, che ha già portato a scontri insaguinati in passato. Ma non sono d'accordo sul come fare.

L'integrità territoriale britannica non può essere minata, ha tuonato la premier Theresa May parlando alla Camera e ribadendo comunque che arrivare a un accordo è meglio sia per "il Regno Unito sia per l'Unione europea".

E mentre si continua a lavorare, Bruxelles fa sapere che si sta preparando anche a "un'emergenza": "Essendo responsabili, dobbiamo preparare l'Ue a un 'no deal', che è più probabile che mai", le parole di Donald Tusk nella lettera di invito ai leader Ue per il summit dei prossimi 17 e 18 ottobre. Il monito di Tusk però è di rimanere determinati, "perché c'è buona volontà di continuare questi colloqui da entrambe le parti".

Scettici invece i leader europei: Emmanuel Macron ha precisato che la Francia "è pronta a qualsiasi scenario" mentre la cancelliera Angela Merkel ha messo in conto un'eventuale sconfitta dei negoziati.

Intanto la data prevista per il divorzio, il 29 marzo 2019, si avvicina inesorabilmente.

(Unioneonline/D)

LO SPRINT FINALE:

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