Il dato più eclatante è stato quello delle elezioni in Baviera, dove Die Grünen (i Verdi) hanno visto raddoppiare i loro consensi rispetto agli ultimi dati del 2013 con uno storico 17,8%, diventando il secondo partito del Land. E l'appeal degli ecologisti si è fatto sentire anche altrove, in Belgio con il partito Ecolo-Groen che è diventato il secondo di Bruxelles e in Lussemburgo, dove nove parlamentari ecologisti entrano alla Camera dei deputati lussemburghese. organo legislativo del Paese.

In tutti e tre gli Stati europei i movimenti politici green hanno raccolto gli elettori delusi sia di destra sia di sinistra, diventando un'alternativa agli avversari populisti, in chiave nazionale e forse europea, in vista del rinnovo di maggio 2019 dell'Europarlamento, dove il gruppo dei Verdi conta 52 deputati.

Katharina Schulze, alla guida dei Verdi tedeschi vittoriosi in Baviera. (Ansa)
Katharina Schulze, alla guida dei Verdi tedeschi vittoriosi in Baviera. (Ansa)
Katharina Schulze, alla guida dei Verdi tedeschi vittoriosi in Baviera. (Ansa)

IL CASO BAVARESE E LA PASIONARIA KATHARINA SCHULZE - Il voto di domenica nella ricca e moderata Baviera ha il sapore della rivincita per il partito ecologista, che solo qualche anno fa sembrava destinato a scomparire, e del vero e proprio trionfo per la giovane leader Katharina Schulze, capace di difendere le storiche battaglie verdi senza cadere nel fanatismo - non ultima l'opposizione al via libera al glifosato in agricoltura, sostenuto dall'Unione Cristiano Sociale - al governo in Baviera e a livello nazionale alleato alla Cdu della Cancelliera Merkel - e insieme mostrando posizioni chiare pro-immigrazione e pro-Europa.

GLI EFFETTI DEL VOTO SUL GOVERNO MERKEL - Se il risultato bavarese dei Verdi riaccende le speranze degli anti-populisti e in particolare delle forze della sinistra europea, va detto, però, che per i socialdemocratici tedeschi continua l'emorragia di consensi, che i cristiano sociali perdono quasi il 10%, mentre la sigla di estrema destra Alternative für Deutschland si attesta al 10% e l'alleanza di partiti minori Freie Wähler (Liberi elettori) sale all'11 %. E questo nella pacata Baviera, storica roccaforte dei conservatori cristiano sociali.

E il voto di domenica, seppur "locale", sarà la cartina tornasole dei futuri equilibri a livello nazionale, a partire dalla scelta delle alleanze che l'Unione Cristiano Sociale sceglierà per il governo della Baviera dei prossimi anni: i rassicuranti Verdi? O la formazione sovranista e conservatrice dei Liberi elettori?

Horst Seehofer, leader dell'Unione Cristiano Sociale e ministro dell'Interno tedesco. (Ansa)
Horst Seehofer, leader dell'Unione Cristiano Sociale e ministro dell'Interno tedesco. (Ansa)
Horst Seehofer, leader dell'Unione Cristiano Sociale e ministro dell'Interno tedesco. (Ansa)

NUOVI EQUILIBRI DELLA POLITICA TEDESCA - Anche la Germania, insomma, come la gran parte dei grandi Stati europei sta risentendo dell'onda di cambiamento e di insoddisfazione verso i partiti tradizionali, dai socialdemocratici ai conservatori della Csu, passando per la Cdu di Angela Merkel.

Insoddisfazione che può sfociare nel voto alle forze populiste anti-immigrazione ed euroscettiche, o, di contro, a movimenti come i Verdi, espressione di una sinistra più che moderata, che punta sulla sostenibilità, gli investimenti nelle infrastrutture e nell'istruzione, ed è favorevole alla politica dell'accoglienza regolamentata dei migranti.

Intanto, la ricetta green ha funzionato in Baviera, ed è riuscita a strappare elettori al partito di governo Csu, sfruttando l'indignazione dell'elettorato cristiano per certe uscite infelici del suo leader Horst Seehofer (ministro dell'Interno al governo) in materia di migranti e integrazione.

Barbara Miccolupi

(Unioneonline)
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