"Caro Enrico, fai giungere a tutti la voce di un innocente condannato al carcere a vita senza mai potersi difendere. Questa non è una cosa da Paese civile. Io sono innocente e lo griderò finché avrò voce".

Così, con una manicata di righe scritte a mano e indirizzate al giornalista Mediaset Enrico Fedocci che ha seguito il suo caso, Bossetti rivendica la sua innocenza dopo la condanna definitiva all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa nel novembre 2010 e poi trovata morta.

Il muratore di Mapello si fa vivo e chiede al cronista di dare spazio alle sue parole: "Mai smetterò di lottare con i miei avvocati che mi difendono per sincera convinzione e amore di giustizia per dimostrare la mia innocenza".

E non è l'unica missiva inviata in questi giorni dal carcere da Bossetti. Il 48enne infatti avrebbe scritto anche ai genitori di Yara, quella ragazzina che secondo i giudici ha brutalmente ucciso. Sui contenuti della lettera non trapelano indiscrezioni.

Intanto inizia il conto alla rovescia per il muratore di Mapello e per i suoi legali. Durerà sei mesi, prima di allora non si può impugnare la sentenza della Cassazione per fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo.

(Unioneonline/L)

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