Continua a tenere banco il caso dello "sconfinamento" in territorio italiano della polizia francese, che avrebbe riaccompagnato "di nascosto" a Claviere, comune piemontese vicino al confine transalpino, due migranti irregolari.

Ci sarebbe infatti un secondo episodio "sospetto" su cui sta indagando la procura di Torino.

Si tratta, viene riferito, di "due anomale attività di controllo di due cittadini residenti nel comune di

Claviere", avvenute all'inizio di agosto.

L'accaduto sarebbe stato raccontato ai carabinieri dai diretti interessati, fermati "nella zona di Gimont di Cesana Torinese da quattro uomini verosimilmente francesi, usciti dalla zona boscosa dov'è erano nascosti, in tuta mimetica militare, con giubbotto antiproiettile ed armati", che avrebbero chiesto loro i documenti.

Ancora, riferisce la procura, tali "i fatti si sono verificati in territorio italiano a circa 2 km dal confine con la Francia" e a uno dei due fermati, "che circolava con il ciclomotore , di cui è stata rilevata la targa, veniva impedito di proseguire per la strada è intimato di non riferire ad alcuni di aver visto gli uomini armati".

Il fascicolo al momento è contro ignoti e manca l'ipotesi di reato. Ma infuria la polemica politica e istituzionale.

Riguardo al primo episodio, la Francia si è scusata, bollandolo come "errore". Ma il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha rimandato al mittente le scuse, tuonando: "Abbandonare degli immigrati in un bosco italiano non può essere considerato un errore o un incidente".

Parole che Parigi ha definito una mera "strumentalizzazione politica individuale".

"Il primo ministro Giuseppe Conte - aggiunge una nota diramata dall'Eliseo - non ha fatto di questo incidente la testimonianza di una crisi. Gestiamo infatti insieme una frontiera comune e ci sono puntualmente, dalle due parti, dei piccoli incidenti spiacevoli".

(Unioneonline/l.f.)
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