"Ragazzi, amici? Macché, sono solo belve. Non si può definire in altre maniere chi ha compiuto tanto orrore". Fabiola Balardi, la mamma di Manuel Careddu, il ragazzo di 18 anni, ucciso in circostanze che rimangono ancora misteriose e su cui indagano i carabinieri, coordinati dal Procuratore di Oristano, non usa mezzi termini.

IL DOLORE - "Come possono giustificare tanta crudeltà - si sfoga la donna - che colpa ha avuto mio figlio per meritare questa fine? Non ci sarà pace in me finché campo. Non potranno rasserenarmi le eventuali condanne che saranno inflitte a questi malvagi. Giustizia non sarà mai fatta". Il dolore di Fabiola Balardi non concede attenuanti. "Per che cosa poi? Quali sono i motivi che hanno spinto queste belve ad uccidere mio figlio? Non posso perdonarli in nessuna maniera questi farabutti. Manuel era poco più di un bambino. L'unica speranza che mi resta è che il corpo di mio figlio venga ritrovato al più presto, per dargli una degna sepoltura e averlo vicino almeno in questa maniera. Era l'unica cosa cara che mi era rimasta".

LA DISPERATA ATTESA - "Abbiamo sperato sino alla fine. Poi ieri la brutta notizia. A Oristano mi è stata detta la tragica verità. Meritano di vivere queste belve? Si rendono conto di quello che hanno fatto? Le dure condanne della Giustizia non possono togliermi il dolore". Per l'intera giornata di ieri Fabiola Balardi è stata da sua mamma Gavina, nel palazzo di via Don Milani, popoloso rione di Santa Maria. Una famiglia distrutta, che sta vivendo un incubo. "Abbiamo sperato fino all'ultimo che Manuel fosse vivo. Un mese intero, aspettando quella telefonata che non è mai arrivata. Ora non ci resta che piangerlo, ma voglio una tomba, voglio il corpo di mio figlio".

IL LEGALE - L'avvocato della famiglia, Luciano Rubattu, conferma l'efferatezza di questo delitto. "È stato martoriato, poi lo hanno ucciso, buttando nel lago i suoi resti. La mamma, la nonna e i parenti sono prostrati dal dolore. Ora però chiedono il corpo del ragazzo, per dargli una degna sepoltura. Confidiamo nella magistratura, ma quello che più colpisce in questa tragica vicenda è che sono coinvolti dei ragazzi, che si sono resi protagonisti di tanto orrore". Il corpo è stato ritrovato? "Non si sa nulla. Sappiamo che lo stanno cercando tra Ghilarza e Soddì. Di più non posso dire". Una vicenda legata alla droga, con cui Manuel, nonostante la giovane età, aveva avuto a che fare.

LA DROGA - "Per quella storia - dice Fabiola Balardi - mio figlio aveva già pagato il conto con la giustizia. Non doveva denaro a nessuno e forse voleva dare una svolta alla sua esistenza". E poi ripete: "Quelle belve mi devono dire perché tutta quella barbarie". La droga, forse, al centro di tutto. Macomer è diventata una piazza di spaccio della Sardegna con un'organizzazione che faceva arrivare partite di cocaina dalla Campania. Un giro scoperto dalla Guardia di Finanza di Sassari l'altro ieri, con arresti in altre parti dell'Isola.

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