Ha scatenato un vespaio di polemiche la testimonianza di una donna italiana residente in Germania che ha raccontato a Radio Colonia di aver ricevuto una sorta di ultimatum dall'ufficio immigrazione per lasciare la Germania entro 15 giorni, a meno che non trovi lavoro.

L'emittente radio è intervenuta per smorzare le polemiche e chiarire alcuni aspetti della vicenda: in primis il fatto che nessuno viene espulso, l'invito a lasciare il Paese è solo un consiglio. Discutibile, di dubbio gusto, ma solo un consiglio.

Sono un centinaio circa le lettere recapitate ad italiani (ma lettere analoghe vengono inviate anche agli altri cittadini europei) in cui viene prospettato un eventuale rimpatrio: "un numero - spiega Radio Colonia - circoscritto e non un fenomeno di massa".

In sintesi, funziona così. In base alla vigente normativa tedesca, dopo un anno di lavoro si matura il diritto al sussidio di disoccupazione, che dura sei mesi. Poi, per altri sei mesi, nel caso se ne faccia richiesta, si possono percepire prestazioni di sostegno sociale.

Una volta superato questo periodo, "se non si risiede in Germania da almeno cinque anni o si svolge una prestazione lavorativa di almeno 10,5 ore settimanali, non vengono più erogate prestazioni assistenziali".

Succede così che alcuni comuni, dopo aver ricevuto l'informazione da parte dei Jobcenter locali di richieste di sostegno che vadano oltre i sei mesi garantiti, "consiglino" ai cittadini stranieri di origine europea, di lasciare il Paese. "A meno che non dimostrino di essere alla ricerca di un lavoro".

(Unioneonline/L)

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