Cade domani, 23 settembre, l'equinozio d'autunno. In astronomia c'è anche l'orario preciso: le 3.54.

Un ritardo rispetto al solito in contrapposizione all'equinozio primaverile che è arrivato in anticipo il 20 marzo invece che il 21.

"Se l’asse terrestre fosse perpendicolare al piano orbitale - ha spiegato Andrea Longobardo, astronomo dell'Inaf di Roma -, noi avremmo per tutto l’anno il giorno uguale alla notte, e quindi non ci sarebbero le stagioni. Poiché l’asse è inclinato sul piano orbitale, i raggi sono perpendicolari all’asse terrestre solo due volte l’anno, in due punti opposti dell’orbita. Uno è l’equinozio di primavera, l’altro è l’equinozio di autunno che dovrebbe avvenire esattamente sei mesi dopo. In realtà, poiché nei mesi estivi la Terra è più lenta nel suo moto di rivoluzione, l’equinozio d’autunno ritarda un po’ e giunge il 23 settembre".

L'espressione equinozio indica una giornata in cui il numero di ore di luce e quelle di buio sono identiche, ma non è così: il giorno in cui si ha questo fenomeno non è quello in cui avviene l’equinozio, ma uno in sua prossimità. Alle latitudini italiane, in particolare, sarà il 25 settembre sopra al 40° parallelo e il giorno seguente al di sotto dello stesso.

(Unioneonline/s.s.)
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