Per i maligni il caso del giudice Brett Kavanaugh potrebbe essere l'ennesimo "guaio" per la presidenza Trump, se le accuse di molestie sessuali a carico del candidato alla Corte Suprema fossero prese in considerazione dalla Commissione Giustizia del Senato americano, condizionando il voto di giovedì prossimo sulla nomina del giudice.

E per Donald Trump fallirebbe il tentativo di inserire un conservatore a lui fedele nel novero dei 9 giudici dell'organo giudiziario più importante degli Stati Uniti e spostarne così l'asse verso destra.

Delle accuse a Brett Kavanaugh si parlava già da mesi nei corridoi del Congresso, ma l'identità dell'accusatrice è diventata nota solo nei giorni scorsi, dopo un'intervista rilasciata al Washington Post: si tratta della ricercatrice dell'Università di Stanford Christine Blasey Ford, ex compagna di liceo del giudice Kavanaugh.

Nei mesi scorsi, dopo l'ufficializzazione della sua nomina alla Corte Suprema, la Ford ha deciso di scrivere una lettera anonima a una parlamentare democratica della California per denunciare un'aggressione a sfondo sessuale subita negli anni '80 dall'allora compagno di scuola Brett Kavanaugh.

Per non ferire i propri familiari la donna non ha voluto inizialmente far sapere il proprio nome, ma, una volta che la notizia ha iniziato a circolare sui media, si è decisa a raccontare tutto al Washington Post, fornendo, tra l'altro i rapporti della terapista che l'aveva seguita a proposito dell'aggressione.

Accuse gonfiate e senza fondamento per i repubblicani, che pensano a una manipolazione degli avversari democratici in vista del voto di nomina alla Corte Suprema. Rivelazioni degne di approfondimenti, invece, per i democratici e per alcuni membri della Commissione Giustizia del Senato, che potrebbero far cadere la candidatura di Kavanaugh, creando non pochi problemi a Donald Trump.

"Nego in modo categorico e inequivocabile questa affermazione - ribatte il giudice accusato - non l'ho fatto a scuola o in qualsiasi momento".

Tuttavia, anche all'interno del partito repubblicano, c'è chi come il repubblicano Jeff Flake, membro della Commissione Giustizia, vuol andare cauto prima di nominare una figura "dubbia" per una carica a vita all'interno della Corte Suprema: "Ho chiarito che non sono a mio agio a proseguire con il voto di giovedì senza aver sentito la versione di Kavanaugh o approfondito ulteriormente la vicenda".

In attesa di sapere se il voto di giovedì verrà posticipato, saranno ascoltate le testimonianze dell'accusatrice Ford sia del giudice Brett Kavanaugh.

(Unioneonline/b.m.)

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