È il giorno dell'annuale discorso sullo Stato dell'Unione per Jean-Claude Juncker.

"Il patriottismo è una virtù", mentre "il nazionalismo provinciale è una menzogna opprimente e un veleno pericoloso", ha detto alla Plenaria dell'Europarlamento a Strasburgo il presidente della Commissione Ue.

Juncker, come preventivato, non ha scelto solo di tracciare un bilancio del suo operato, dalla gestione dei flussi migratori alla lotta al populismo. Ma anche di tentare di dare una risposta europea all'emergenza migranti, dopo mesi in cui gli Stati membri chiedono maggiore solidarietà e impegno.

"Proponiamo il rafforzamento della guardia costiera e di frontiera europea - ha detto - l'incremento dovrà essere a 10mila unità entro il 2020": 10mila uomini con capacità di sorveglianza sul territorio europeo e poteri di partecipazione ad operazioni di rimpatrio dei migranti.

Una vera polizia di frontiera europea, dunque, che trasformerebbe il controllo dei flussi migratori irregolari in una competenza europea, sulla scia di una politica che ha mosso i primi passi con la creazione di Frontex nel 2004 e che è stata rafforzata nel 2016 dalla nuova Guardia europea di costa e frontiera, comunque soggetta al controllo delle autorità nazionali.

Nelle prossime elezioni europee, previste per maggio 2019, "vorrei che dicessimo no al nazionalismo malsano e che dicessimo sì al patriottismo illuminato. Teniamo bene a mente che il patriottismo del XXI secolo ha due dimensioni, una nazionale e l'altra europea. Amo, diceva il filosofo Blaise Pascal, le cose che vanno insieme. Chi ama la sua patria può e deve amare l'Europa; chi ama l'Europa deve amare le nazioni che la compongono".

IL DISCORSO DI JUNCKER:

IL PROCESSO A ORBAN:

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