Quasi 300mila uomini dell'esercito russo, 36 mila veicoli tra mezzi di terra, aerei, elicotteri, droni, e oltre 80 navi, messi in campo da oggi a lunedì prossimo dalla Federazione russa a Vostok, nella Siberia orientale, per simulare un conflitto su larga scala. E per la prima volta il "vicino" cinese parteciperà attivamente alle esercitazioni, con 900 mezzi e 3200 uomini, a conferma dei buoni rapporti tra le due potenze e della condivisione degli stessi rischi militari, a livello locale e non solo.

"I principali obiettivi delle manovre sono l'organizzazione di raggruppamenti delle truppe su lunghe distanze e l'interazione tra le forze di terra e della Marina", ha commentato il ministero della Difesa Sergei Shoigu, che con le operazioni potrà testare anche il livello di preparazione dei quadri di comando dell'esercito russo.

Si parte oggi con la sfilata maestosa di tutte le truppe, domani sarà la volta delle esercitazioni anti-aeree, mentre per giovedì è previsto l'evento principale di questo sfoggio di potenza militare dell'era Putin - presente alle operazioni - che sarà seguito passo passo dagli osservatori internazionali.

L'entità dello spiegamento di forze ricorda quanto si vide 40 anni fa in occasione dell'invasione afghana da parte dell'allora Unione sovietica. Oggi lo scenario globale è senz'altro cambiato e i blocchi non esistono più, ma dall'entrata in scena del presidente americano Trump i rapporti tra le due potenze mondiali si sono sicuramente induriti, mentre la crisi ucraina con le conseguenti sanzioni ha incrinato le relazioni tra Russia e Unione europea.

C'è poi il fronte mediterraneo e l'impegno dell'esercito russo in Siria, dove Putin sta provando sul campo l'efficienza del proprio apparato militare, e in particolare l'azione congiunta tra forze di marina e aviazione.

Sul piano interno, però, gli osservatori più critici della megalomania del Cremlino, fanno notare quanto la dimostrazione di forza sia l'ennesimo tentativo di sviare l'attenzione dei russi e dei media internazionali dalle vere debolezze del Paese, economia in testa. Basti pensare al malessere che sta creando la riforma delle pensioni - il cui valore medio in Russia è attorno ai 200 euro mensili - con proteste che si stanno allargando a macchia d'olio in tutto il Paese e nella sola Mosca hanno portato al fermo di 900 persone che manifestavano al grido "Putin è un ladro", per aver "sperperato" le risorse finanziarie del Paese. Ad esempio nelle spese militari.

(Unioneonline/b.m.)
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