Non raggiunge le attese trionfali della vigilia, ma la destra radicale svedese compie un importante balzo in avanti (17,7%, il 4,7% in più rispetto al 2014).

I socialdemocratici del premier Stefan Löfvensembrano, infatti, hanno limitato l'avanzata prevista della destra più radicale che, comunque, non ha sfondato la quota del 20%.

Quando è stato scrutinato il 92,9% dei voti, è sempre più chiaro dunque il testa a testa fra centrosinistra e centrodestra.

Il partito di governo si attesta al 28,3%, in calo di 2,6 punti percentuali rispetto alla tornata del 2014, punito dal peso della politica migratoria del Paese che ha accolto circa 160mila richiedenti asilo nel 2015.

L'estrema destra non riesce nella svolta annunciata dal leader Jimmie Åkesson che ancora poco prima della chiusura dei seggi dava la sua formazioni anti-immigranti tra il 20 e il 30%.

Nessuna delle due parti, né il blocco rosso con gli alleati Verdi e Sinistra, né l'opposizione "borghese", riescono ad ottenere oltre il 50% dei 349 seggi in gioco per il Riksdag, il Parlamento svedese, e si renderanno necessarie lunghe trattative per arrivare a una maggioranza.

Risultati deludenti anche per i conservatori che perdono tre punti percentuali in quattro anni e non vanno oltre il 19,7%.

Guadagnano, invece, consensi gli ex comunisti di Sinistra che raggiungono il 7,9%, con un +2,2% rispetto al voto del 2014.

Avanzano anche i centristi, i cristiano-democratici e, anche se di pochissimo, i liberali.

(Unioneonline/s.a.)

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