L'Italia doveva trattenere i 50 migranti sbarcati dalla Diciotti e di cui si sono perse le tracce a Rocca di Papa.

Lo ha detto la Commissione europea, intervenendo a gamba tesa in un dibattito acceso nel nostro Paese sulle sorti di quelle persone.

"Siamo stati molto chiari nei mesi scorsi nel sottolineare che naturalmente, quando serve, la detenzione può essere utilizzata per facilitare l'identificazione dei migranti e per impedire che svaniscano, anche durante le procedure di asilo", ha detto Tove Ernst, portavoce della Commissione Europea per le migrazioni.

"Abbiamo chiesto a tutti gli Stati membri, inclusa l'Italia, di fornire allo scopo centri di accoglienza adeguati, che comprendano la detenzione - ha proseguito -. Quando si tratta di impedire che le persone si nascondano, è possibile detenerle, anche nel caso in cui abbiano ricevuto un ordine di rimpatrio o durante le procedure di asilo, al fine di portarle a termine".

Il ministro degli Interni Matteo Salvini aveva commentato duramente l'episodio.

"Erano così 'bisognosi' di avere protezione, vitto e alloggio, che hanno deciso di allontanarsi e sparire! Ma come, non li avevo sequestrati? È l'ennesima conferma che non tutti quelli che arrivano in Italia sono 'scheletrini che scappano dalla guerra e dalla fame'. Lavorerò ancora di più per cambiare leggi sbagliate e azzerare gli arrivi".

Ma per don Francesco Soddu, presidente della Caritas Italia, "non è una fuga, non sono detenuti. Come si fa a dichiarare che 'si sono dileguati'? Si fugge da un carcere o se si è inseguiti e non mi pare sia questo il caso. Noi abbiamo offerto accoglienza, il gesto si spiega con la disperazione di chi ha attraversato prima il deserto e poi il mare, di chi è stato nelle carceri libiche e ora si trova qui a decidere della propria vita, anche con decisioni poco razionali su cui tutti ci interroghiamo".

(Unioneonline/D)

IN SARDEGNA:

IL PRESIDENTE DELLA CARITAS, DON SODDU:

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