L'ultima sfida lanciata da De Magistris è destinata a far discutere.

Il sindaco di Napoli, in perenne campagna elettorale, ha lanciato tre proposte molto forti, tutte volte a raccogliere attorno a sé l'orgoglio partenopeo.

"Diamo dal 1861 - è la premessa del primo cittadino - la questione meridionale non può essere lasciata ai potentati che governano a Roma, ma deve passare dall'autodeterminazione dei popoli del Sud che, attraverso il senso di appartenenza, devono lottare per emanciparsi e conquistare diritti".

Di fronte a un governo "anti-meridionale", di fronte al "rafforzamento dell'asse lombardo-veneto", è giunto il momento, secondo l'ex magistrato di lanciare una "sfida storica, mai pensata e attuata fino ad ora".

Poi l'annuncio di tre delibere "bomba" da approvare nelle prossime settimane.

La prima: "Napoli Città Autonoma, un manifesto politico concreto sull'autonomia della città". La seconda: "Cancellazione del debito ingiusto". E quando parla di debito ingiusto il sindaco si riferisce a quello contratto dallo Stato, in particolare nelle gestioni commissariali post-terremoto ed emergenza rifiuti. "Quel debito noi non lo riconosciamo e lo cancelliamo dal nostro bilancio", annuncia. "Quei debiti non sono stati contratti dalla città e dai napoletani, che anzi sono vittime e vanno risarciti".

La terza: "Realizzazione di una moneta aggiuntiva all'euro per dare forza a Partenope". E non sarebbe la prima volta che ci prova. Nel 2012 creò i "napo", buoni che i napoletani potevano spendere nei negozi che avrebbero aderito all'iniziativa. Inutile dire che fu un flop clamoroso.

Se De Magistris fa sul serio o se siano semplici boutade per raccogliere attorno a sé un popolo caldo e orgoglioso come quello napoletano staremo a vedere.

Fatto sta che le tre proposte arrivano dopo che la Corte dei Conti ha bocciato la norma "Salva Napoli", un emendamento creato per salvare dal default i comuni in predissesto. La città partenopea ha un debito di 1,7 miliardi.

(Unioneonline/L)
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