A due giorni dal drammatico incendio al Museu Nacional brasiliano, dei 20 milioni di tesori del prestigioso Museo Nazionale brasiliano resta - forse - solo il 10%, come dichiarano con amarezza Luiz Fernando Dias Duarte, il vicedirettore del museo e la curatrice Cristiana Serejo. Le fiamme divampate per una ragione non ancora chiara agli inquirenti sono durate più di 5 ore e ad aggravare la situazione si sono aggiunti ritardi nell'intervento dei vigili del fuoco, per via del malfunzionamento degli idranti vicini all'ente.

E il colpo al cuore del patrimonio culturale e scientifico brasiliano arriva nell'anno del bicentenario dalla fondazione del Museo, la più antica istituzione del Paese dedicata alla storia naturale e all'archeologia, che vantava reperti egizi, romani, meteoriti ed etruschi, tesori botanici, resti di dinosauri e soprattutto lo scheletro umano più antico del Sudamerica.

Che si tratti di fatalità o di episodio doloso, per l'opinione pubblica il grande accusato è ora il Governo, sotto accusa per aver lasciato in uno stato di abbandono l'istituzione, che da anni richiedeva interventi di restauro e conservazione, complici i tagli di bilancio per le spese culturali. Ed è significativo che alle celebrazioni per l’anniversario dello scorso giugno non fosse presente nessun rappresentante del Governo di Michel Temer.

"Per il Brasile si tratta di una tragedia culturale - ha detto all'emittente GloboNews il direttore del museo, Paulo Knauss - Duecento anni di lavoro, ricerca e conoscenza sono andati perduti". Mentre per il rettore dell'Università Federale di Rio, Roberto Leher, la vulnerabilità dell'edificio era nota da tempo alle autorità governative, tant'è che l'istituzione aveva recentemente ottenuto l'approvazione di un budget di circa 5 milioni di dollari per la ristrutturazione programmata e - ironia della sorte - per l'aggiornamento del sistema di prevenzione incendi, ma il denaro non era ancora stato versato.

(Unioneonline/b.m.)
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