Al grido di "Noi siamo di più", la Germania antixenofoba scende in piazza per un concerto rock proprio a Chemnitz, la cittadina della Sassonia al centro delle polemiche per la guerriglia scatenata nei giorni scorsi dai gruppi dell'estrema destra nazionale.

"Credo sia molto importante capire che non si tratta della lotta della sinistra contro la destra - commenta il cantante del gruppo punk rock tedesco Die Toten Hosen Campino - ma di combattere contro quello che non ha alcuna decenza, indipendentemente dal colore politico. Diciamo no a questa massa di destra che sta diventando violenta".

E i 65mila partecipanti all'evento sono la risposta a giorni di scontri e provocazioni, al raduno di sabato a Chemnitz di 8mila persone a seguito dell'omicidio di un 35enne commesso da un richiedente asilo iracheno e da un presunto complice siriano.

Il concerto è iniziato con un minuto di silenzio proprio in ricordo del giovane ucciso, perché, spiega Felix Brummer, cantante del gruppo Kraftklub: "Non siamo ingenui, non abbiamo l'illusione di tenere un concerto e che il mondo poi venga salvato".

E l'evento è anche una risposta politica ai rigurgiti nazionalisti, in linea con l'invito della Cancelliera Angela Merkel "ad alzare la voce" contro la violenza xenofoba. Ma il successo del concerto non basterà a placare il dissenso interno in Germania, che parte dalla questione migranti e abbraccia il quadro più ampio economico e sociale del Paese, come ha sottolineato l'ex presidente della Spd Oskar Lafontaine: "Il malcontento si è sviluppato non solo a causa della questione dei rifugiati, ma della disintegrazione della società, dei tagli alla spesa sociale e della conseguente insoddisfazione che aumenta costantemente".

(Unioneonline/b.m.)

© Riproduzione riservata