Parla da un luogo segreto Carlo Maria Viganò, il grande accusatore di Papa Francesco, per rimandare al mittente tutte le critiche e far emergere quella che chiama "la verità".

"Ormai la corruzione è arrivata ai vertici della gerarchia della Chiesa", spiega l'ex nunzio di Washington constatando anche come gli ambienti vaticani continuino a non commentare le sue affermazioni.

Al centro dello scandalo c'è la rivelazione secondo cui, per Viganò, il pontefice era a conoscenza di abusi e casi di pedofilia nella Chiesa, ma avrebbe mantenuto il segreto. E per questo ne erano state chieste le dimissioni.

Le sue accuse però, aggiunge, sono state in realtà strumentalizzate. "Non cerco rancore né vendette - conclude - voglio solo la verità".

E ancora, su Vatileaks: "Avevo sempre creduto che la gerarchia della Chiesa avrebbe trovato in se stessa le risorse per sanare tanta corruzione. Lo scrissi anche nella mia lettera ai tre cardinali incaricati da papa Benedetto di indagare sul caso Vatileaks, lettera che accompagnava il rapporto che consegnai loro: 'In molti - scrissi - sapevate, ma avete taciuto. Almeno ora che avete avuto questo incarico da Benedetto abbiate il coraggio di riportare con fedeltà quanto vi è stato rivelato di tante situazioni di corruzione".

(Unioneonline/s.s.)

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